Con che coraggio Salvini si presenta da Vespa dicendo che sono morti solo 23 migranti nel 2018?

In prima serata, Matteo Salvini ha cercato di evitare di fotografare la realtà più cruda sui migranti che cercano di raggiungere le coste europee. Secondo il ministro dell’Interno, il numero di morti in mare nel Mediterraneo nel 2018 sarebbe di 23 unità, mentre quello relativo al 2017 sarebbe di 210. Ma si tratta di una ricostruzione senza basi. Il dato corretto è quello fornito da alcune organizzazioni internazionali, come Unhcr (che fa capo all’Onu) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Morti in mare, la bufala di Matteo Salvini

Siamo su cifre molto più alte. Come ha verificato il gruppo di fact-checking Pagella Politica, infatti, i dati dell’Unhcr in merito alle morti nel Mediterraneo sono completamente diversi. Si parla, quindi, di 2.837 migranti morti o dispersi nel 2017, di 1.311 nel 2018. I dati diffusi da Oim, nel corso della Giornata mondiale per il rifugiato dello scorso dicembre, invece, superano le 2000 unità per il 2018.

Nessun riferimento, da parte di Salvini, a un altro dato fondamentale sulle morti nel Mediterraneo. Il ministro, infatti, non ha menzionato il tasso di mortalità che, nel 2018, soprattutto nella seconda parte dell’anno (ovvero da quando c’è lui al governo), è cresciuto rispetto ai livelli dell’anno precedente. Il tasso di mortalità, infatti, si calcola in percentuale sul numero degli sbarchi che, com’è noto, dopo l’accordo di Marco Minniti con la Libia, sono diminuiti di gran lunga rispetto agli anni scorsi.

Morti in mare, l’aumento del dato statistico

Nel corso della seconda parte del 2018, infatti, il numero di morti/dispersi al giorno è salito a 8 unità in media. Un dato molto grave, emerso soprattutto alla luce delle politiche contrarie ai salvataggi in mare da parte delle organizzazioni non governative e alle limitazioni degli sbarchi delle imbarcazioni delle associazioni senza scopi di lucro.

Non si capisce, dunque, a cosa faccia riferimento Salvini con quelle cifre così irrisorie. Probabile che il ministro si riferisca al numero di migranti morti (senza considerare i dispersi, cosa che ovviamente droga di molto il dato, visto che i corpi recuperati sono sempre una minoranza) esclusivamente nelle zone prossime all’Italia. Ma un quadro del genere non rende al meglio la gravità e la portata del problema.

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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