Si dimette il rettore della Normale di Pisa che voleva aprire una sede a Napoli

09/01/2019 di Redazione

Finisce l’epoca di Vincenzo Barone come rettore della Scuola Normale di Pisa, una delle istituzioni universitarie più nobili del nostro Paese. La mossa dell’ormai ex numero uno dell’edificio in Piazza dei Cavalieri è stata fatta per anticipare di qualche ora il senato accademico che ne aveva proposto la sfiducia. Dati gli orientamenti, questa mozione sarebbe passata, creando un precedente unico nella bicentenaria storia della Normale di Pisa.

Vincenzo Barone si dimette

Tutto nasce dall’idea dell’ex rettore di aprire una sede della Scuola al sud, precisamente a Napoli. Una sorta di hub dell’eccellenza che si sarebbe mosso lungo la direttrice Pisa-Campania, per dare la possibilità anche al sud di avere un brand universitario di primo piano, in collaborazione con la Federico II. A Napoli, la scuola di eccellenza si farà lo stesso, con meno fondi e senza il marchio storico della Normale di Pisa. Quest’ultimo aspetto, tuttavia, è stato fatale al rettore Barone, che ha cercato di evitare l’onta della sfiducia in senato accademico.

Tuttavia, la mossa potrebbe anche essere inutile. La mozione di sfiducia, infatti, in base al regolamento – a senato accademico già convocato – dovrà essere discussa lo stesso. I pronostici parlano di 12 voti a favore della mozione e un astenuto, il vicedirettore che ricopre un ruolo di garanzia.

Anche il sindaco della Lega contrario alla sede della Normale a Napoli

Contro il progetto della sede distaccata della Normale di Pisa a Napoli si era schierato anche il sindaco leghista della città della Torre, Michele Conti, che aveva salutato la cancellazione del progetto come un risultato storico del partito di Matteo Salvini nella città toscana. Una strumentalizzazione che non è piaciuta agli studenti e ai docenti della Normale di Pisa che, tuttavia, hanno da sempre rimproverato a Vincenzo Barone una scarsa trasparenza nelle decisioni.

«Non ho nulla da commentare – ha detto l’ormai ex rettore -, d’ora in avanti penserò un po’ di più alla mia salute».

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