Giulia Grillo e i medici allontanati per l’attivismo politico o perché hanno operato Berlusconi

Alla fine, hanno pagato tutti. Ma in realtà il bersaglio era rappresentato da quei pochi che avevano un passato che aveva in qualche modo sfiorato la politica. L’inchiesta su Giulia Grillo è aperta da Repubblica. Il quotidiano è entrato in possesso di un dossier, ordinato dalla stessa ministra per la Salute, che chiedeva di indagare a fondo sul passato politico dei componenti del Consiglio Superiore della Sanità, quell’organismo tecnico-scientifico che offre il suo supporto al governo per le decisioni delicate nell’ambito della salute pubblica.

Inchiesta Grillo, la richiesta del ministro sul passato politico dei membri del CSS

Un Consiglio Superiore della Sanità che era composto da membri autorevoli della medicina italiana, partendo dalla sua presidente, Roberta Siquilini, per arrivare ad altri componenti illustri, come Silvio Garattini o Bruno Dallapiccola. Alla fine del 2018, il ministero della Salute ne annunciò l’allontanamento in blocco, giustificando questa mossa con la necessità di far respirare aria nuova alla Sanità italiana, in piena linea con i dettami del governo del cambiamento.

Fu la stessa ministra Grillo ad annunciarlo: «Ho scelto di aprire le porte – scriveva in una lettera datata 3 dicembre – ad altre persone meritevoli». Tuttavia, secondo Corrado Zunino che ha portato avanti l’inchiesta, dietro a quella operazione c’era il preciso scopo di attaccare i membri del Consiglio che avevano in passato sfiorato la politica, anche per le ragioni più banali. Celeste D’Arrando, presidente della Commissione Sanità alla Camera, avrebbe ricevuto la richiesta direttamente dalla ministra. E il dossier avrebbe portato all’individuazione di sei profili (tra i 30 totali) in qualche modo collegati alla politica.

Chi sono i membri del Consiglio Superiore della Sanità con il passato politico

C’è il professor Adelfio Elio Cardinale, sposato con quella che una volta era la direttrice dell’ufficio di gabinetto dell’ex senatore di Forza Italia Renato Schifani; c’è il professor Francesco Bove che, secondo il dossier, collaborava con Repubblica, ma che in realtà ha scritto alcuni articoli, negli ormai lontani anni Settanta, per Paese Sera, L’Unità e il Secolo XIX. Nella lista c’è anche il nome di Placido Bramanti che si era candidato alle amministrative in Sicilia con un gruppo civico, salvo poi dichiarare le sue simpatie per il centrodestra (anche se non c’è mai stato da parte sua un attivismo diretto).

Discorso a parte, con tanto di paragrafo dedicato, vale per il dottor Antonio Colombo. Quest’ultimo ha visto la politica mentre era in servizio. Ovvero, è stato uno dei medici che ha operato, presso il San Raffaele, Silvio Berlusconi nel giugno 2016, sostituendogli la valvola aortica. Intervento perfettamente riuscito. E poi c’è la dottoressa Gabriella Fabbrocini, candidata alle ultime politiche in Campania con l’Udc, e il professor Giuseppe Segreto che è stato consigliere regionale in Sicilia (dove chi ricopre questa carica viene chiamato deputato dell’Ars) dal 2001 al 2006 con le insegne del Partito Socialista Italiano.

Inchiesta Grillo, la replica della ministra

La ministra Giulia Grillo ha difeso la sua scelta e sempre a Repubblica ha fatto sapere: «Ho chiesto solo una verifica sulle precedenti nomine. Ho azzerato tutti gli enti in cui è previsto lo spoil system (ovvero la pratica secondo cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo, ndr). Serve nuova linfa, mentre il passato politico dovrebbe entrare per legge nei curriculum vitae». Per gli altri 24 membri del Consiglio Superiore della Sanità, tuttavia, la corsa potrebbe non essere finita qui. Dal momento che il vero bersaglio di questo azzeramento erano le sei persone con i presunti trascorsi politici, gli altri componenti potrebbero far parte anche del nuovo direttivo.

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