La maggioranza che balla al Senato: con le espulsioni M5S solo 2 voti dal quorum

03/01/2019 di Redazione

Le espulsioni del Movimento 5 Stelle per violazioni di codice etico e statuto (il 31 dicembre è stato annunciato il provvedimento disciplinare nei confronti dei senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis e degli eurodeputati Giulia Moi e Marco Valli) mettono a rischio la tenuta della maggioranza giallo-verde a Palazzo Madama. Ora il gruppo parlamentare dei pentastellati è composto da 107 senatori e quello della Lega da 58. Il totale è di 165 seggi, 165 voti. Solo quattro più di 161, che è la soglia della maggioranza assoluta. Non si tratta affatto di cifre rassicuranti.

I numeri della maggioranza M5S-Lega al Senato: solo 2 o 4 seggi dal quorum

Lunedì scorso, annunciando l’espulsione di De Falco e De Bonis, il M5S ha precisato che restano aperti i provvedimenti disciplinari nei confronti di altre due senatrici, Paola Nugnes ed Elena Fattori, fortemente critiche rispetto alla linea dei pentastellati già dalle votazioni sul decreto Salvini. Nugnes e Fattori fanno parte della pattuglia di parlamentari del Movimento che non hanno votato il provvedimento su sicurezza e immigrazione a novembre e hanno espresso apertamente posizioni critiche rispetto alla linea politica del governo. Il loro addio viene considerato probabile. I voti della maggioranza al Senato potrebbero dunque, con l’espulsione delle due senatrici, scendere a quota 163, solo due in più del quorum.

A quel punto sarebbe determinante il sostegno di senatori di altri gruppi. Al momento della nascita del governo giallo-verde la maggioranza ottenne 171 voti, compresi quelli di due ex M5S come Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, candidati con i pentastellati e poi espulsi, e di due rappresentanti del Maie, eletti all’estero. Saranno loro a poter correre in soccorso d Movimento 5 Stelle e Lega in caso di necessità. A dire il vero anche gli espulsi possono continuare a sostenere la maggioranza, valutando provvedimento per provvedimento (come sembra intenzionato a fare De Falco), ma è chiaro che aumenta il rischio di andare sotto.

In bilico

I nodi potrebbero sorgere nei prossimi mesi sulle leggi più care al Carroccio. Il partito di Matteo Salvini ha già detto a chiare lettere di considerare determinanti per la continuazione dell’esperienza di governo, dopo aver ingoiato il reddito di cittadinanza, l’approvazione di un provvedimento su legittima difesa e l’autonomia delle Regioni del Nord. Provvedimenti che nel M5S non tutti sono disposti ad accettare senza muovere dito.

(Foto di copertina da archivio Ansa: l’aula di Palazzo Madama durante le dichiarazioni di voto per la fiducia sulla legge di Bilancio, il 22 dicembre 2018. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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