G20: L’accordo sulle migrazioni c’è, nonostante Trump

Ci è voluta una notte intera di trattative per il quinto giorno di G20, ma alla fine i leader mondiali riuniti a Buenos Aires sono arrivati ad un accordo. Non era affatto un successo assicurato: le pressioni Usa rischiavano di far saltare molti dei punti discussi, sopratutto per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori e gli accordi commerciali con i paesi Asiatici.

Raggiunto l’accordo, «è il massimo che potevamo ottenere»

A differenza delle edizioni precedenti, la riunione dei “Grandi” del mondo di quest’anno ha permesso alle delegazioni di fare modifiche alle bozze di accordo fino all’ultimo minuto. Solitamente, le “draft” vengono chiuse qualche giorno prima del vertice, in modo da arrivare alla riunione preparati e con piani precisi. Stavolta non è andata così, forse anche per questo i leader mondiali hanno passato intere notti a discutere, rivedere, cancellare, modificare. Alla fine della scorsa notta, alle prime luci dell’alba il G20 ha tirato un sospiro: il testo dell’accordo c’è. «È un buon risultato– ha dichiarato uno dei negoziatori – Non c’erano le ambizioni del G 20 tedesco, ma in queste condizioni è il massimo che potevamo riuscire a ottenere».

Passa il paragrafo italiano sulle migrazioni

Modifiche ce ne sono state, sopratutto per accontentare Donald Trump. All’ultimo summit aveva dato forfet all’ultimo, rimangiandosi molte delle promesse fatte. Stavolta però non dovrebbe succedere, vuoi perché gli altri leader sono stati un po’ più accomodati, vuoi perché tra lui e il presidente Argentino Macri ci sono ottimi rapporti personali e commerciali. Il testo di quattro cartelle e composto da una trentina di paragrafi è stato depotenziato, ma quello italiano è sopravvissuto.  Tutti i partner europei hanno sostenuto il testo italiano sui migranti, ma sono stati eliminati i riferimenti alla riforma Onu del global Compact. Mediazione anche per quanto riguarda il capitolo del protezionismo: la discussione sulla parte commerciale non è ancora conclusa, ma è stato inserito un passaggio degno di nota: la necessità della riforma del World Trade Organization (WTO). È stata appena presentata all’Unione Europea in collaborazione condivisi paesi, tra cui spiccano Cina e India. Però l’America di Trump Ion questo caso non ha alzato la voce contro i cinesi:  l’intenzione di riformare l’Organizzazione mondiale del commercio è condivisa, al fine di scongiurare abusi di mercato e tutelare la proprietà intellettuale delle tecnologie.

 

(Credit Image: © Li Ming/Xinhua via ZUMA Wire)

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