Le ferrovie olandesi che deportavano gli ebrei rimborseranno i parenti delle vittime della Shoah

29/11/2018 di Redazione

Una decisione che riappacifica le ferrovie olandesi con la storia. Negli anni della Shoah e della deportazione degli ebrei erano state proprio le Nederlandse Spoorwegen a trasportare le decine di migliaia di ebrei presenti nei Paesi Bassi verso i campi di concentramento della Germania. Grazie a quella operazione, le ferrovie olandesi avevano guadagnato tantissimo, si erano arricchite e avevano ridato lustro alla compagnia che le gestiva.

Ferrovie olandesi risarciscono i familiari degli ebrei vittime della Shoah

Ora, a distanza di settant’anni da una tragedia immane come quella dell’olocausto degli ebrei, le  Nederlandse Spoorwegen decidono di risarcire i parenti delle vittime della Shoah. È stato il responsabile della compagnia NS, Roger Van Boxtel ad annunciare una decisione storica, che lava una macchia indelebile dalla storia dei treni olandesi.

«Una pagina nera della nostra storia e della nostra compagnia – ha detto l’amministratore delegato della compagnia -: non possiamo ignorare il nostro passato». La spinta propulsiva verso questa svolta è stata data da un ex fisioterapista dell’Ajax, una delle squadre di calcio più famose dell’Olanda. Salo Muller ha perso entrambi i genitori nei campi di concentramento di Auschwitz e ha fatto pressioni affinché la compagnia ferroviaria potesse risarcire i familiari delle vittime dell’olocausto.

Il ruolo delle NS nelle deportazioni di ebrei

Di 140mila ebrei che vivevano nei Paesi Bassi, infatti, soltanto poche migliaia sono sopravvissute. Le NS, quindi, si sono rese protagoniste di un vero e proprio sterminio di massa. Le scuse ufficiali della compagnia per quanto avvenuto erano già state formulate nel 2005: seguì una campagna molto capillare sulla realizzazione di monumenti, finanziati dalle ferrovie olandesi, che ricordavano l’Olocausto. Intanto, in Olanda, si è aperta da poco un’altra polemica: secondo l’Associazione dei musei olandesi, ben 42 opere conservate nei principali istituti museali del Paese sarebbero state sottratte a famiglie di ebrei.

Curioso che, mentre ci sono Paesi in Europa che cercano di fare i conti con un passato scomodo, in Italia non si abbia ancora il coraggio, ad esempio, di condannare l’atto di firma delle leggi razziali – ormai 80 anni fa – ad opera del re Vittorio Emanuele III. E che, anzi, un esponente di Casa Savoia sia chiamato a inaugurare una piazza dedicata ai suoi antenati, proprio nel giorno del triste anniversario.

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