La provocazione di Ancelotti: «Sospendere le partite in caso di insulti dagli spalti»

12/11/2018 di Enzo Boldi

Ultimo fra tutti il caso degli insulti dei tifosi della Juventus ai danni di José Mourinho in occasione del doppio incontro di Champion’s League tra bianconeri e il Manchester United. Ma il calcio italiano annovera diversi episodi di questo tipo e Carlo Ancelotti ha un’idea ben precisa per porre fine a tutto ciò: sospendere le partite in caso di offese e ingiurie provenienti dagli spalti. Un provvedimento che, se adottato, sarebbe in linea con quando accade – anzi, dovrebbe accadere – quando da curve e tribune si alzano cori razzisti di discriminazione.

«Abbiamo un vantaggio, che si possono sospendere le partite – ha detto Carlo Ancelotti parlando nel corso del dibattito tecnico tra gli allenatori al centro tecnico di Coverciano -. Si è fermata per la pioggia e si possono fermare anche se si insulta. Si può fare e penso che lo faremo». In fondo lo stesso allenatore del Napoli era stato bersaglio di cori e derisione da parte dei tifosi della Juventus prima, durante e dopo il match di campionato contro i bianconeri. Insulti a cui lui – signorilmente – rispose: «I cori sono i soliti. Mi consolerò guardando in bacheca la coppa del 2003».

La cultura arretrata intorno al calcio italiano

La reazione di José Mourinho all’Allianz Stadium è stata commentata un po’ da tutti, e lo stesso Ancelotti lo aveva «citato» in conferenza stampa rispondendo a una domanda proprio su quell’episodio. E, da quel che racconta l’allenatore del Napoli, questa è una tipicità tutta nostrana. Una cosa di cui non andare fieri: «In Italia, a livello di cultura siamo indietro, si pensa ancora che una partita di calcio sia una battaglia, invece è un evento e la maleducazione non deve più entrare».

Le esperienze passate di Carlo Ancelotti

E di esempi, dato il suo curriculum, Ancelotti ne può dare tanti. Tutti a conferma della sua tesi iniziale. «È difficile se non impossibile essere insultati in Inghilterra, mentre in Francia non c’è la passione che c’è in Spagna e in Italia -ha aggiunto l’allenatore del Napoli -. La gente non è così coinvolta e appassionata. In Spagna c’è una rivalità forte tra Barcellona e Real Madrid ma non la maleducazione che c’è negli stadi italiani».

(foto di copertina: Maurizio Borsari/AFLO)

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