Quando Beppe Grillo chiese a Napolitano di sciogliere le camere perché lo spread era a 300

Cosa si fa quando lo spread arriva a quota 300? Solitamente, visti i precedenti, si scrive una lettera al presidente della Repubblica in carica per chiedere di applicare l’articolo 88 della Costituzione e, quindi, di sciogliere le Camere. O meglio. Non c’è una regola fissa, ma nel 2011 Beppe Grillo – allora con un Movimento 5 Stelle in rampa di lancio (il 18 dicembre 2012 venne registrato il simbolo in vista delle elezioni del 2013) – si comportò proprio così quando arrivò la crisi economica che determinò, nell’autunno successivo, la caduta del governo di Silvio Berlusconi.

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La lettera di Beppe Grillo a Giorgio Napolitano quando lo spread arrivò a 300 (nel 2011)

«Spettabile presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – scriveva Beppe Grillo dalle colonne del suo blog -, quasi tutto ci divide, tranne il fatto di essere italiani e la preoccupazione per il futuro della nostra Nazione. L’Italia è vicina al default, i titoli di Stato, l’ossigeno (meglio sarebbe dire l’anidride carbonica) che mantiene in vita la nostra economia, che permette di pagare pensioni e stipendi pubblici e di garantire i servizi essenziali, richiedono un interesse sempre più alto per essere venduti sui mercati».

La lettera continuava con l’assenza di credibilità da parte del governo italiano al cospetto degli interlocutori internazionali e con la richiesta di sciogliere le Camere perché «con questo governo l’Italia è avviata al fallimento economico e sociale e non può aspettare le elezioni del 2013 per sperare in un cambiamento».

E dal momento che lo spread è arrivato anche ora a 300?

Lo spread non aveva ancora raggiunto i livelli che portarono alle dimissioni di Berlusconi. Ma aveva appena raggiunto quota 300. Insomma, una situazione del tutto analoga a quella di oggi. L’unica differenza è che l’esecutivo è guidato da esponenti del Movimento 5 Stelle (oltre che della Lega). Non si intravedono, però, iniziative analoghe da parte di Beppe Grillo con nessuna missiva che è stata recapitata fino a questo momento – né attraverso corrispondenza privata, né tramite blog – all’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)

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