Chissenefrega se la maestra di Torino aveva dell’hashish in casa

05/10/2018 di Enzo Boldi

Alla fine cosa cambia se una (ex) maestra aveva in casa della droga? Nulla, ma a quanto pare la notizia è stata ritenuta di fondamentale importanza da molte testate. Eppure la storia di questa donna, criticabile per il suo atteggiamento contro le forze dell’ordine durante un corteo antifascista a Torino del 22 febbraio scorso contro Casapound, sembra non avere mai fine. Nonostante abbia già pagato a caro prezzo questo suo comportamento con il licenziamento e l’allontanamento dalla scuola.

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Il romanzo su Flavia Lavinia Cassaro è diventato il simbolo della caccia alle streghe e ieri si è aggiunto un nuovo capitolo a questa storia, inutile sia dal punto di vista penale (l’episodio madre non può e non deve essere collegato al ritrovamento in casa sua di hashish e cocaina) sia da quello prettamente cronachistico. Si parla tanto di diritto all’oblio, per poi farne carta straccia alla ricerca di un consenso popolare delle folle. Come prontamente fatto dal – solito – Matteo Salvini sui suoi canali social, con tanto di «post fissato in alto».

In difesa di Flavia Lavinia Cassaro

La maestra ha insultato le forze dell’ordine durante il corteo a Torino dello scorso 22 febbraio. Sbagliando. Ma per quel suo errore ha già pagato con il licenziamento e l’allontanamento dall’insegnamento perché aveva agito «in grave contrasto con i doveri inerenti alla funzione di educatrice nonché per attività dolosa che ha arrecato grave pregiudizio alla Scuola e alla pubblica amministrazione». La storia finisce lì. Non c’è altro da raccontare. La donna è stata incriminata per «violenza verbale» e per questo è sotto processo. Punto. Il resto non deve aggiungere nulla, perché altrimenti fior fiore di professionisti dovrebbero essere controllati, come anche sostenuto dal famoso Chef Rubio sul suo profilo Twitter.

 

Flavia Lavinia Cassaro e la «colpevole» complicità dei media

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Sbattere il mostro in prima pagina è uno sport tipicamente italiano (e non solo). Pubblicare una notizia a caccia di condivisioni e click non rende giustizia a questo mestiere. Cercare di aggiungere fatti a cose non collegate tra loro è un atteggiamento paragonabile alla stessa (ex) maestra di Torino che grida e inveisce contro le forze dell’ordine. L’idea e la volontà è ben chiara e produce un sillogismo troppo semplice: far intendere che Flavia Lavinia Cassaro, oltre a essere una donna vicina ai centri sociali, fa uso di droghe e si scaglia contro la polizia perché in quell’ambiente si fa così.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

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