Lo spread a 400 e la bocciatura dell’Europa: i due scenari per le elezioni nel 2019

04/10/2018 di Redazione

Nuove elezioni politiche nel 2019? In primavera, dopo appena un anno dall’inizio della legislatura? È una delle ipotesi che prendono in considerazione i vertici di Movimento 5 Stelle e Lega nei giorni di aspro e difficile confronto sulla manovra economica. La nota di aggiornamento al Def che anticipa la legge di Bilancio e che ha fissato al 2,4% il rapporto deficit/pil per il prossimo anno non è stata apprezzata da mercati finanziari ed Europa. La Commissione Ue ha fatto sapere che quel livello di disavanzo è «insostenibile». Lo spread Btp/Bund intanto ha toccato i 300 punti base e i tassi di rendimento sui titoli di Stato decennali hanno raggiunto i massimi dal 2014.

L’ipotesi di exit strategy per M5S e Lega: elezioni nel 2019 con spread a 400 o bocciatura Ue

Stando a quanto riportano oggi i principali quotidiani, considerando che i partiti di governo non intendono fare retromarcia sulle principali promesse elettorali (reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100 sulle pensioni) messe nero su bianco nel contratto di programma, la soglia dello spread a 400 viene considerato il limite superato il quale potrebbe essere imboccata la via delle urne. Spiega Repubblica (articolo di Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa):

L’allerta è già scattata a Palazzo Chigi: nelle ultime ore sul tavolo di Giuseppe Conte è planata una proiezione da brividi che rimetterebbe tutto in discussione. Se lo spread supera e si mantiene oltre il limite dei 400, l’intero sistema rischia di cedere rapidamente. È un punto di non ritorno del quale ragionano il premier e i suoi vice, assieme a Giovanni Tria e a Giancarlo Giorgetti. Dovesse verificarsi lo scenario estremo, Movimento e Lega si ritroverebbero di fronte a un bivio: cambiare la manovra per raffreddare i mercati, oppure passare la mano a un esecutivo tecnico e chiedere nuove elezioni entro marzo.

Dunque, quasi certamente Lega e M5S proveranno ad andare avanti su deficit e spesa per le principali proposte come fatto finora. Continuerà il braccio di ferro, fino a quando sarà possibile. Il Messaggero (articolo di Alberto Gentili) fa sapere che nell’entourage di Luigi Di Maio qualcuno ammette: «Se lo spread dovesse schizzare a 400 non potremmo reggere». Una linea che non è distante da quella dell’altro vicepremier, Matteo Salvini, che ripete: «Non conviene a nessuno metterci in difficoltà, l’Europa esploderebbe» Soprattutto tra i leghisti – evidenzia ancora Il Messaggero – c’è chi parla di exit strategy con elezioni anticipate in primavera se Bruxelles dovesse bocciare la legge di Bilancio.

(Foto di copertina da archivio Ansa: i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio durante il giuramento del Governo al Quirinale, il 1° giugno 2018. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

Share this article