La testimonianza di Christine Ford contro Brett Kavanaugh: «Pensavo mi avrebbe uccisa»

È Christine Blasey Ford la prima donna a portare la sua testimonianza contro Brett Kavanaugh per violenza sessuale. Il giudice ha parlato con Donald Trump, che lo ha candidato per la Corte Suprema,  al telefono prima di entrare – «sii forte e determinato» gli avrebbe detto il Presidente. Lei invece, appare molto tesa, nervosa, quasi impaurita. E lo confermano le sue prime parole: «Non sono qui perchè lo voglio, sono terrorizzata ma è mio dovere civico» ha detto in apertura della sua testimonianza dopo aver giurato di fronte alla commissione Giustizia del Senato. Brett Kavanaugh parlerà dopo di lei e la commissione deciderà definitivamente sulla sua candidatura venerdì 28 settembre.

Brett Kavanaugh e le accuse di Ford: «Successe ai tempi del liceo. Pensavo mi avrebbe stuprata o uccisa»

La voce si rompe, la paura traspare dai suoi occhi. La testimonianza di Christine Blasey Ford, la 52enne docente universitaria di psicologia e prima donna ad accusare pubblicamente di aggressione sessuale il giudice, è destinata a fare la storia. «Non ho tutte le risposte. Non ricordo come vorrei ma i dettagli di quella notte che mi hanno portato qui oggi non li dimenticherò mai – dice – Si sono impressi nella mia memoria e mi hanno perseguitato episodicamente quando sono diventata adulta». Christine Ford racconta che l’aggressione a sfondo sessuale avvenne ad una festa ai tempi del liceo. «Brett mi ha preso e ha provato a togliermi i vestiti – ha dichiarato Ford – Non ce l’ha fatta perché era molto ubriaco e perchè io avevo un bikini intero sotto i miei vestiti. Pensavo mi avrebbe stuprata». Lo stupro non c’è stato, ma Christine dice di aver avuto paura per la sua vita:« Ho provato a gridare per chiedere aiuto ma mi ha tappato la bocca con la mano. Questa è la cosa che mi ha spaventato di più, e che ha avuto l’impatto più tremendo sulla mia vita. Non riuscivo a respirare, e pensavo che Brett mi avrebbe ucciso per errore».

Brett Kavanaugh e le accuse di Ford: «Ho taciuto per molto tempo»

Un’aggressione che fortunatamente non sfociò in uno stupro, ma che ha comunque alterato la sua vita:«Mi sono autoconvinta che, siccome Brett non mi aveva stuprata, dovevo poter andare avanti e far finta che non fosse successo». Per vergogna e per paura, non ha mai raccontato nulla, se non a pochi amici molto intimi. : «Per molto tempo sono stata troppo spaventata e mi vergognavo di raccontare i dettagli – ha continuato Christine – Non volevo che i miei genitori sapessero che a 15 anni ero in una casa, senza altri genitori, a bere birra con dei ragazzi». La prima volta che ne ha apertamente parlato è stato durante la terapia di coppia intrapresa a maggio 2012 con il marito, a cui, prima di sposarsi, aveva detto di essere stata vittima di un’aggressione sessuale, ma a cui non aveva mai raccontato i dettagli. «Ho fatto il mio meglio per sopprimere i ricordi della violenza perché pensarci mi faceva rivivere l’accaduto, e mi causava attacchi di panico e ansia – ha proseguito Ford – Qualche volta ho parlato della violenza durante una terapia individuale, ma di nuovo parlarne mi causava molto dolore. Ho provato a non pensarci, ma nel corso degli anni vivevo periodi in cui pensavo all’attacco di Brett».

Dopo tanti anni di silenzio e rimozione, Christine Ford è stata chiamata a parlare del suo trauma di fronte ad una commissione e, inevitabilmente, a un pubblico. Una scelta non facile: «Mi sono trovata davanti ad un terribile bivio: condividere la mia esperienza con il Senato e mettere me e la mia famiglia sotto i riflettori? O salvaguardare la nostra privacy e lasciare che il Senato scegliesse Kavanaugh senza sapere tutta la verità sul suo passato? Questa decisione mi ha tormentato per tutto agosto e fino all’inizio di settembre». A prevalere però è stato il «senso del dovere» che l’ha portata a contatti confidenziali con il Washington Post e con l’ufficio della Senatrice Forenstein. Intanto, la paura per le conseguenze di un’eventuale esposizione pubblica cominciava a crescere.

Brett Kavanaugh e le accuse di Ford: «È mia responsabilità dire la verità»

Christine Ford ha proseguito spiegando che durante agosto, mentre la candidatura di Kavanaugh alla Corte Suprema diventava sempre più certa, vedeva che «i suoi sostenitori lo presentavano come un campione dei diritti delle donne». Un ritratto che non corrispondeva alla sua esperienza e, forse, alla realtà, visto che dopo di lei altre donne hanno mosso le medesime accuse di violenza sessuale. «Mi sono convinta a farmi avanti per dirvi come le azioni di Kavanaugh hanno danneggiato la mia vita, in modo che poteste scegliere dopo aver preso tutti i fatti in seria considerazione. Non dipende da me decidere se Kavanaugh merita la Corte suprema o meno. Ma è mia responsabilità raccontare la verità».

(Credit Image: © Erin Schaff/CNP via ZUMA Wire))

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