Milleproroghe, la Camera ha detto sì alla prima richiesta di fiducia del governo M5S-Lega

13/09/2018 di Redazione

Proseguono alla Camera dei Deputati i lavori verso l’approvazione del decreto Milleproroghe. Stamattina l’assemblea ha detto sì alla richiesta di fiducia del governo Conte, la prima in assoluto per l’esecutivo M5S-Lega. La decisione di porre la fiducia al testo (che il Parlamento deve convertire definitivamente entro il 23 settembre) ha generato ieri uno scontro acceso tra maggioranza e Pd.  Secondo le opposizioni la fiducia sarebbe illegittima perché autorizzata a fine luglio in Consiglio dei ministri prima che il presidente della Repubblica firmasse il decreto. I deputati Dem ieri hanno anche occupato l’aula. Qui la diretta live della mattinata a Montecitorio.

Milleproroghe, prima richiesta di fiducia del governo: la Camera dice sì

ore 14.12. Milleproroghe, via libera alla prima richiesta di fiducia del governo: 329 sì, 220 contrati e 4 astenuti. La Camera dei deputati ha detto sì alla prima richiesta di fiducia del governo Conte sostenuto da M5S e Lega. I favorevoli in aula a Montecitorio sono stati 329, i contrari 220, gli astenuti 4. La seduta è stata quindi sospesa in vista del voto finale riprenderà alle 15 con l’esame del voto degli ordini del giorno.

ore 14.00. Milleproroghe, cominciata la seconda chiama. Alla Camera dei deputati è cominciata la seconda chiama dei deputati per il voto sulla prima fiducia posta dal governo Conte, annunciata ieri dal ministro Riccardo Fraccaro.

ore 13.55. Milleproroghe, Fratelli d’Italia non partecipa al voto. «Il gruppo di Fratelli d’Italia ritiene che non sussistano le condizioni giuridiche per la partecipazione al voto di fiducia richiesto dal governo». Ad annunciarlo in una nota congiunta sono il presidente e il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida e Tommaso Foti. «Come dichiarato nella seduta di ieri dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, l’autorizzazione a richiedere il voto di fiducia – hanno dichiarato – è avvenuta il giorno 24 luglio su di un testo inesistente e che risulta promulgato solo il giorno successivo». Dunque, «alla luce di questi fatti, ritenendo la procedura indicata censurabile sotto più profili, il gruppo di Fdi ha deciso di non partecipare al voto di fiducia per non avallare e sanare un atto illegittimo».

ore 12.45. Milleproroghe, via alla Camera al voto sulla fiducia. È cominciata in orario, come da programma alle 12.40, la votazione in aula alla Camera dei Deputati sulla fiducia che il governo ha posto ieri sul decreto legge Milleproroghe. La votazione è palese ed avviene per appello nominale: ciascun deputato sfila davanti al banco della presidenza e proclama ad alta voce il proprio voto. Le operazioni dovrebbero concludersi nel giro di un’ora.

ore 12.40. Milleproroghe, il Pd verso l’ostruzionismo anche al Senato. Stando a quanto emerge dall’assemblea dei senatori Pd in corso al Senato, il partito sarebbe intenzionato a replicare anche a Palazzo Madama nei prossimi giorni l’ostruzionismo o forme di opposizione «robuste», dopo la performance di ieri alla Camera. La linea è sostenuta dal capogruppo Andrea Marcucci, mentre risulta in parziale dissenso l’intervento del senatore Luigi Zanda, capogruppo nella scorsa legislatura, che vorrebbe evitare tattiche ostruzionistiche.

ore 12.35. Milleproroghe, Mandelli: «Forza Italia non voterà la fiducia». nel corso delle dichiarazioni di voto alla Camera il deputato di Forza Italia Andrea Mandelli, capogruppo degli azzurri in Commissione Bilancio, ha detto che il partito non voterà la fiducia. «Non lo faremo perché, anche rispetto al Milleproroghe, esprimiamo dissenso nel merito e nel metodo. Lo stesso metodo che la maggioranza ha contestato per anni dai banchi dell’opposizione: nessuna considerazione degli emendamenti, nessuna risposta sui contenuti, nessun dialogo, tanti annunci e altrettante marce indietro».

ore 12.25. Milleproroghe, non tutti nel Pd hanno gradito la decisione di occupare l’aula. Non tutti nel Partito Democratico hanno gradito la scelta di occupare l’aula per protestare contro la questione di fiducia posta dal governo al Milleproroghe, fiducia che i Dem considerano illegittima. Intervenendo in radio, ai microfoni della trasmissione ‘Ho scelto Cusano – Dentro la notizia’, su Radio Cusano Campus, il deputato Francesco Boccia ha dichiarato: «Penso che ci siano stati due errori: uno del governo, perché non si calpestano le prassi e c’è stata un po’ di arroganza nel non ammettere l’errore e non voler tornare indietro. L’altro errore è stato del Pd, perché penso che l’occupazione dell’aula sia stata sbagliata». «Noi siamo il Pd, quando Lega e M5S facevano rimostranze fuori luogo nella scorsa legislatura noi le contestavamo».

ore 12.05. Milleproroghe, la road map: al Senato per l’approvazione definitiva da mercoledì 19. Emergono dettagli sulla tabella di marcia del Milleproroghe verso l’approvazione definitiva. Il decreto, già passato al Senato ad inizio agosto in prima lettura, dopo il via libera della Camera, tornerà di nuovo a Palazzo Madama per l’ok. Il testo è stato infatti modificato a Montecitorio. Il dl, nel dettaglio, inizierà il suo percorso al Senato il prossimo mercoledì 19 settembre con l’inizio della discussione. Per gli emendamenti ci sarà tempo fino alle 10 di mattina di quel giorno. La discussione dovrebbe iniziare alle 18. Sono previste tre ore di discussione, con voto finale tra giovedì 20 e venerdì 21. Queste informazioni emergono dalla riunione dei capigruppo di Palazzo Madama. L’arrivo del Milleproroghe al Senato è previsto tra sabato sera 15 e domenica 16, a seconda dei tempi della Camera. Domenica dovrebbero iniziare l’esame delle commissioni.

ore 12.00. Milleproroghe, il Pd serra i ranghi: «Bene l’opposizione di ieri, bisogna essere più incisivi». Il Pd, dopo la polemica sollevata ieri sulla legittimità (illegittimità) della questione di fiducia posta dal governo, serra i ranghi per un’opposizione più dura. Il capogruppo Andrea Marcucci, aprendo l’assemblea dei senatori Dem a Palazzo Madama, alla presenza del segretario Maurizio Martina, ha dichiarato: «Dobbiamo rendere l’opposizione del Pd più visibile e più propositiva. Siamo davanti ad un governo di incapaci che farà male al Paese. Bene l’ostruzionismo di ieri alla Camera, bisogna riuscire a comunicare che in Parlamento c’è una forza politica incisiva e propositiva».

ore 11.40. Milleproroghe, Giorgetti: «Non capisco perché questa fiducia sia illegittima». Non accenna a placarsi il botta e risposta tra maggioranza e opposizione sulla legittimità della questione di fiducia posta al decreto dal governo, legittimità messa in dubbio in primis dal Partito Democratico. «Nella mia ormai lunga carriera parlamentare ho visto centinaia di fiducie. Non capisco perché questa sia illegittima», ha detto l’esponente della Lega e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, a margine della presentazione dei campionati europei di scherma su sedia a rotelle.

ore 11.30. Milleproroghe, via alle dichiarazioni di voto. I lavori nell’aula dei Deputati sono ripresi con le dichiarazioni di voto dei gruppi, prima del voto sulla fiducia, che è previsto subito dopo. La chiama degli onorevoli dovrebbe cominciare alle 12.40. Al momento mon è stata definita invece né la data né l’orario per il voto finale sul testo: non si è arrivato a un accordo sul calendario. Per il voto è prevista una durata di un’ora: infatti è stata confermata per le 13.45 l’audizione di Gunther Oettinger,  commissario europeo al Bilancio, davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.

ore 11.25. Milleproroghe, ripresa dei lavori alla Camera. L’aula della Camera dei Deputati si accinge in questi minuti ad esaminare la questione di fiducia posta dal governo al decreto Milleproroghe, che – come previsto dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio – dovrebbe essere votata dalle 12.40.

ore 11.20. Milleproroghe, Carfagna: «Perché il M5S non vota il riequilibrio Nord-Sud?». Mara Carfagna parlando del Milleproroghe accusa il Movimento 5 Stelle di non aver votato la proposta di Forza Italia di riequilibrare i soldi dello Stato destinati a Nord e Sud. FI sostiene che al Mezzogiorno debbano andare il 34% di spesa pubblica e investimenti. «Avevamo già presentato – ha detto la vicepresidente della Camera – un emendamento per ottenere questo risultato. Nonostante il Ministro per il Sud Barbara Lezzi si sia impegnata a garantire questa ‘clausola di salvaguardia’ e a dirottare investimenti nel Mezzogiorno, M5S e Lega hanno inspiegabilmente votato contro sconfessando il loro governo. Ce lo potevamo aspettare dalla Lega, che è nata come forza regionale del Nord, meno dai 5 Stelle, che in campagna elettorale hanno ottenuto la fiducia di molti cittadini di quelle aree del Paese»,

ore 11.00. Milleproroghe, Carfagna: «È dannoso per il Mezzogiorno». Anche nel centrodestra c’è chi critica il decreto Milleproroghe a spada tratta. Mara Carfagna ha definito il testo «sul quale – dice – non hanno voluto avviare alcun dibattito», «particolarmente dannoso per il Mezzogiorno». «Noi di Forza Italia sosteniamo da anni – ha dichiarato la vicepresidente della Camera – che la spesa pubblica e gli investimenti debbano essere commisurati alla popolazione residente, e quindi al Sud debba almeno toccare il 34%». «Non soltanto – ha aggiunto – non è prevista la clausola di riequilibrio, ma gli investimenti previsti per gli anni 2018-2022 e 2019-2023 riservano alle regioni meridionali soltanto il 28% degli stanziamenti totali nazionali».

ore 10.20. Milleproroghe, Renzi: «Nel testo anche i vaccini, ma su questo non si scherza». Nell’intervista rilasciata a Circo Massimo, su Radio Capital, Matteo Renzi ha criticato anche i contenuti del provvedimento, non solo la questione di fiducia posta. «Hanno messo in un decreto – ha detto l’ex premier – che parla di tutto anche il rinvio dell’obbligo vaccinale, ma su questo non si scherza . I vaccini non sono cosa su cui può legiferare una classe dirigente di cialtroni come loro; non è un fatto personale se li chiamo così, non è un insulto, credo l’80 per cento degli italiani sia d’accordo» sulla questione dei vaccini.

ore 09.50. Milleproroghe, Renzi: «La fiducia? Ci sono profili di illegittimità». Dopo la bagarre di ieri non si è concluso lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla legittimità della fiducia posta dal governo. Secondo l’ex premier Matteo Renzi ci sono «profili di illegittimità». «Io credo – ha detto il senatore Pd a Circo Massimo, su Radio Capital – che l’utilizzo del voto di fiducia sia legittimo, ma ieri il governo ha chiesto il voto di fiducia prima che il Presidente della Repubblica firmasse il decreto legge e che questo andasse in Gazzetta Ufficiale. Trovo che questo abbia dei profili di illegittimità».

Lo scontro maggioranza-opposizione

Il decreto Milleproroghe contiene norme su diverse materie, da quelle sui vaccini (con una proroga dell’autocertificazione) a quelle per i terremotati. Le opposizioni contestano anche la frenata sul piano per la riqualificazione delle periferie. La bagarre ieri alla Camera è scoppiata non appena il ministro Riccardo Fraccaro ha annunciato la scelta di porre la fiducia. Dagli scranni dell’opposizione si sono levate forti contestazioni al grido «Vergogna, vergogna». Il Pd ha evidenziato che la fiducia è stata autorizzata nel Consiglio dei ministri a luglio prima che il presidente della Repubblica firmasse il decreto e lo facesse pubblicare in Gazzetta Ufficiale. I pentastellati hanno risposto sostenendo che la fiducia contestuale, il fatto che si autorizza a porre la fiducia direttamente nello stesso Cdm che approva un decreto, ha dei precedenti. Come avrebbe un precedente anche la fiducia su un dl poi modificato nel corso dell’iter parlamentare. Fraccaro ha risposto anche a chi fa notare che il M5S aveva duramente criticato in passato il ricorso alla fiducia: «Si tratta della prima, dunque sono passati 100 giorni senza mettere la fiducia, credo che sia un record per un esecutivo».

Cos’è il decreto Milleproroghe

Nato nel 2005 come misura eccezionale, il decreto Milleproroghe è diventato una prassi della politica italiana. Si tratta di un decreto legge che ogni anno il governo approva per posticipare l’entrata in vigore o la scadenza di alcune disposizioni normative. L’espressione ‘decreto Milleproroghe’ non esiste nel linguaggio legislativo ma è stata coniata dalla stampa. Essendo un dl del Consiglio dei Ministri, il Milleproroghe è un provvedimento provvisorio avente forza di legge con il presupposto della necessità e dell’urgenza, che solo successivamente diventa legge, dopo l’approvazione del Parlamento: il decreto viene approvato inizialmente dal governo in Cdm e poi, come tutti i decreti legge, viene trasformato in legge da Camera e Senato entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

La road map

Il decreto Milleproroghe in discussione alla Camera dei deputati è il disegno di legge che converte in legge il decreto legge n. 91 del 25 luglio scorso. Il ddl è stato già approvato al Senato, a inizio agosto, e dev’essere convertito definitivamente entro il 23 settembre, ovvero entro i 60 giorni dall’approvazione del dl. Dopo il via libera della Camera ci sarà bisogno di un secondo passaggio a Palazzo Madama, visto che a Montecitorio il testo è stato modificato.

(Foto di copertina da archivio Ansa: ieri, 12 settembre, un folto numero di deputati del Pd ha occupato l’Aula della Camera e alcuni di loro si sono seduti sui banchi del governo, dopo l’apposizione della fiducia sul decreto Milleproroghe. Credit immagine: ANSA)

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