Basta migranti: il Comune di Pistoia blocca Don Biancalani

Don Massimo Biancalani è conosciuto come “l’amico dei migranti” per la sua politica di accoglienza, tanto che il Vaticano lo ha invitati per prendere parte alla conferenza mondiale su «Xenofobia, razzismo, populismo nazionalista nel contesto della migrazione globale»  a Roma dal 18 al 20 settembre. Eppure, il Comune gli ha ordinato di fermarsi, e il centro di accoglienza di Pistoia è stato chiuso.

Basta accoglienza, La canonica non è adatta ad accogliere così tante persone

L’ordinanza per la cessione dell’attività di accoglienza nei locali della canonica arriva dal Comune di Pistoia dopo accurati controlli che ne hanno certificato l‘inidoneità della struttura. Troppe persone, problemi di sicurezza antincendio e problemi anche a caldaia e cucina. Il parroco di Vicofaro don Massimo Biancalani ha dichiarato che «da stasera bisognerà togliere i ragazzi, li accoglieremo nella chiesa che è grande e dispone di un matroneo molto capiente nel quale potranno trovare posto, senza disturbare le persone che vengono in chiesa. Ci sarà il problema con i bagni». Nella parrocchia di Vicofaro erano ospitati più di una settantina di immigrati richiedenti asilo e qualche senzatetto italiano.

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Basta accoglienza, «dopo le minacce di morte un’azione di marca politica»

Biancalani era stato oggetto di molte polemiche, minacce di morte e offese proprio per la sua attività di accoglienza profughi all’interno delle parrocchie di Vicofaro e Ramini. Aveva anche scritto direttamente a Papa Francesco chiedendo aiuto e solidarietà «in un momento di grande amarezza per la nostra comunità impegnata nell’accoglienza di poveri e in particolare di rifugiati». Don Massimo si è detto «molto contrariato, perché credo che si potesse trovare una mediazione». L’ordinanza notificata infatti arriva dopo dei controlli avvenuti nella sera di sabato, che il parroco aveva definito a sorpresa e «programmata per la Pizzeria del rifugiato. Nell’ora in cui avrebbero dovuto esserci i clienti». Un’ispezione avvenuta in sua assenza perché in quel momento il parroco e alcuni migranti stavano partecipando alla Marcia per la pace «È palese che c’è un’azione di marca politica, una volontà conclamata di metterci in difficoltà – aveva dichiarato- Ritengo sia una politica irresponsabile, perché da tempo stiamo portando avanti un servizio importante».

Un’accusa che ha ripreso anche oggi dopo la notifica dell’obbligo di sgomberare i locali ritenuti non consono da questura, Asl, vigili urbani e vigili del fuoco. «Stasera decideremo quale strada intraprendere, certamente ci opporremo ricorrendo al Tar contro il provvedimento» ha aggiunto il parroco, preannunciando che «inizieremo un digiuno di protesta contro questo provvedimento».

(credits immagine di copertina: ANSA/ ISABELLA PUCCI)

 

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