Perché Lo Stato Sociale riceverà un premio jazz?

Anche quest’anno Bologna darà il via all’appuntamento annuale dedicato agli amanti del jazz. La “strada del Jazz“, iniziativa nata nel 2011 da un’idea di Paolo Alberti e Gilberto Mora, ogni anno premia un artista che abbia contribuito alla storia del jazz italiano con il  “Premio Strada del Jazz“. Quest’anno toccherà a Lo Stato Sociale, e in molti si sono chiesti come mai.

Stato Sociale e Jazz, il premio «per cosa?»

Il weekend del 15 e 16 settembre si esibiranno tra gli altri Tullio De Piscopo, Enrico Rava e Mattia Cigalini. Ci sarà anche un ‘Tributo a Mingus‘ con il Nico Menci Quartet. E sopratutto, il sabato verrà assegnato alla band vincitrice dell’ultimo festival di Sanremo il “Premio Strada del Jazz 2018”. Lo Stato Sociale è si di Bologna, ma di certo non fa jazz. Definire il loro genere non è proprio semplicissimo, come raccontano loro stessi nella loro canzone “Sono cosi indie”. Si può dire che facciano rock indie, dove per indie si intende “indipendente“. Uno scioglilingua dove il jazz non trova spazio. Ed è infatti la critica che molti utenti hanno mosso sulla pagina Facebook dell’evento. C’è chi candidamente scrive «che c’entrano gli stato sociale??», altri che si lasciano andare ad insulti verso le qualità musicali dei ragazzi bolognesi e chi scrive  che «sono Lo Stato Sociale stessi, che ammettono di non fare Jazz e manco di conoscerlo».  A chi chiede il perché, gli amministratori della pagina rispondono così:«Per l’inaugurazione, e celebrare il rito della stella jazz alle 17.30 del sabato ogni anno invitiamo artisti popolari di varia estrazione e personaggi di cultura che abbiano un particolare legame con Bologna. Poi per due giorni regaliamo al pubblico concerti jazz gratuiti in via Rizzoli e nel Quadrilatero con grandi musicisti». In effetti i concerti sono gratuiti, e in molti se ne rallegrano, ma il collegamento tra le due cose non è così scontato. Alcuni commentano che la scelta è dovuta al fatto che «piacciono molto all’assessore che cerca di infilarli ovunque».

Stato Sociale e Jazz, la motivazione nascosta tra i commenti su Facebook

È un commento in particolare che, probabilmente travisato, fa chiarezza sulla faccenda. Marcello Veronese si unisce alla discussione con un commento che sembrerebbe un po’ sarcastico: «Be’ gli Stato sociale sono simpatici, “ribelli” (in senso ovviamente inoffensivo per il sistema, ci mancherebbe) e smart (si dice così vero?). Insomma rappresentano in toto lo spirito e le lotte di Mingus. Lasciamo stare la musica, che forse è un discorso un po’ troppo alto». È proprio a lui che la pagina Facebook dà ragione:«Marcello Veronesi grazie, lei ha colto il motivo che, oltre a De Piscopo, Rava e Cigalini, ci ha fatto scegliere lo Stato Sociale per il premio. Charles Mingus si pose sempre in prima linea in innumerevoli iniziative politiche e sociali, sia a Los Angeles che a New York. I temi sociali sono sempre stati trainanti nella discografia del compositore». Svelato l’arcano quindi: alla band di “Una vita in  vacanza” il premio viene dato non per il Jazz, ma per i temi trattati. 

Stato sociale e jazz, il premio tra le stelle

Per capire la risposta, bisogna guardare la stella che verrà posata sul manto stradale di Via Orefici. La kermesse musicale infatti prevede la posa ogni anno sul manto stradale di una stella in marmo colorato, come nel famoso marciapiede di Hollywood, dedicate ai principali musicisti jazz che hanno contribuito alla storia musicale della città con i loro concerti. Ci sono nomi come Alberto Alberti, fratello scomparso del co-fondatore del festival, Chet Baker, Lucio Dalla, Miles Davis e Elle Fitzgerald. In questa edizione la stella che verrà posata reca il nome di Charles Mingus del pianista Marco Di Marco, scomparso lo scorso anno.

(Credit Immagine di copertina: © Pamela Rovaris/Pacific Press via ZUMA Wire)

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