Matteo Salvini e quell’irresistibile voglia di assenteismo

01/09/2018 di Redazione

Il ministro degli Interni Matteo Salvini ha un evidente problema con i suoi ruoli istituzionali. Dopo essere diventato famoso al parlamento europeo in tema di assenze sui lavori della riforma del trattato di Dublino, il leader della Lega sembra fare lo stesso con il Viminale.

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Ed è così che in carica da tre mesi il ministro dell’Interno confonde sempre di più il suo ruolo istituzionale con quello politico partecipando a 60 tra feste e show a titolo di leader di partito. La sua scrivania a Roma, in questi 90 giorni, non ha visto molto Salvini, anche se una sua maggiore presenza non sarebbe solo necessaria ma fondamentale: da ministro degli Interrni, infatti, sono molti i dossier che richiedono un’operatività immediata, dalle comunicazioni da tenere private con i quadri della polizia di Stato alle predisposizioni in materia di mafia e intercettazioni.

L’indole assenteista di Salvini viene raccontata su Repubblica Emanuele Lauria e Fabio Tonacci:

Sovrapponendo ancora una volta il ruolo di leader della Lega con quello istituzionale di ministro dell’Internom Matteo Salvini ha chiuso giovedì notte il tour estivo in giro per l’Italia. L’ultima performance, minacciosa, l’ha regalata ai leghisti padovani di Conselve, su un palco addobbato con i vessilli di Alberto da Giussano e del Leone di San Marco. “Più mi indagano, più mi viene voglia di ripulire questo Paese”, tuona il vicepremier, riferendosi alle accuse che arrivano da Agrigento per come ha gestito il caso Diciotti. Sulla sua agenda, in questi 90 giorni, 60 partecipazioni ad appuntamenti extra-istituzionali, di natura quasi sempre politica, lontano da Roma.

(Foto credit: Ansa)

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