Palio di Siena, l’arcivescovo non benedice il drappellone. È polemica

16/08/2018 di Redazione

«Il nostro popolo meritava la benedizione dell’arcivescovo. La benedizione alla città, ai cittadini e alla nostra festa, il Palio, era dovuta». Così il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, ha commentato, questa mattina, durante la tradizionale conferenza stampa nel giorno del Palio, la mancata benedizione del drappellone o ‘cencio‘ in Duomo da parte di monsignore Antonio Buoncristiani. «La benedizione del Palio – ha aggiunto il sindaco – non è la benedizione di un cencio, di una semplice stoffa ma un atto di affetto e sostegno a un’intera città che vive la sua festa più bella. Secondo me il vescovo ha sbagliato. Il vero giudizio sul drappellone non lo danno i critici d’arte, le autorità civili e religiose ma il popolo». «Se si entra nel merito del giudizio sulle opere d’arte – ha concluso De Mossi – si finisce su un terreno scivoloso e pericoloso. Io vorrei l’unità delle istituzioni civili e religiose in occasione del Palio». Cosa è successo?

PALIO SIENA: IL CENCIO DI CHARLEZ SZYMKOWICZ

Il cencio in Duomo è stato realizzato questo anno realizzato da Charles Szymkowicz. Andrà alla contrada vincitrice del Palio dedicato alla Madonna dell’Assunta in programma il 16 agosto. Secondo l’arcivescovo l’opera d’arte moderna non rispetta i caratteri della cultura mariana. Per questo – a suo dire – benedice la città ma non il cencio. Un affronto molto polemico.

«Sarebbe facile per me evitare le responsabilità e dire che la scelta dell’artista che ha dipinto il Drappellone è stata fatta dalla precedente amministrazione. Me ne potrei avvantaggiare politicamente – dice il sindaco De Mossi -. Invece penso che una volta finita la campagna elettorale il sindaco rappresenti una comunità intera, anche la propria opposizione e che soprattutto rappresenti la continuità istituzionale con chi lo ha preceduto, anche se bene dissenta su molte iniziative e scelte pregresse».

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«Neppure posso pensare che la differente sensibilità religiosa del Maestro che ha dipinto il Palio possa avere influenzato in qualche modo il giudizio di alcuno», ha aggiunto De Mossi sottolineando che «tuttavia, quando si assume un ruolo sia religioso che politico, la visione deve abbracciare altre prospettive: quelle di una intera comunità che si riconosce nel Comune e anche nel sentire religioso». «Credo – ha concluso De Mossi – che l’Arcivescovo voglia bene alla città ma credo anche che abbia sbagliato nel non benedire il Drappellone del maestro Szmkowicz. Soprattutto non ha tenuto un dialogo su questo aspetto con il Comune preavvertendo il Sindaco della sua scelta».

(in copertina FOTO DI LENSINI DIFFUSE DA COMUNE SIENA/ Ansa)

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