La top 5 delle ‘sparate’ del ministro Fontana

03/08/2018 di Redazione

Le famiglie gay? «Non esistono». Le droghe? «Serve tolleranza zero». Il rischio razzismo? «Abroghiamo la legge Mancino». Quella che sanziona gli episodi nazifascisti. Sono alcune delle sparate di cui si è reso protagonista negli ultimi due mesi il nuovo ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, 38 anni, vice segretario della Lega, cattolico, rappresentante dell’ala più conservatrice del Parlamento e del governo italiano. Da quando è entrato a far parte dell’esecutivo Conte si è fatto notare soprattutto per le sue uscite in materia di diritti civili. Abbiamo elencato le sue affermazioni più discusse.

Le uscite più discusse del ministro Fontana

2 giugno – «Le famiglie gay non esistono». In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il ministro Fontana nega l’esistenza delle famiglie omosessuali. ‘Come pensa di comportarsi nei confronti delle famiglie Arcobaleno?’, la domanda posta dalla giornalista. La risposta: «Perché esistono le famiglie Arcobaleno?».

27 giugno – «Contro le droghe tolleranza zero». In un’intervista alla Stampa Fontana parla di lotta alla droga e spiega di riconoscersi nella formula della ‘tolleranza zero’. «Chi viene scoperto a consumare droga – è una delle affermazioni del ministro – potrebbe andare a rendersi utile nelle comunità di recupero. La definizione di lavori socialmente utili non mi piace, ma il concetto è questo». Maria Stagnitta, presidente di Forum Droghe, ha replicato: «Altro che ‘Governo del cambiamento’: con il nono libro bianco abbiamo denunciato il ritorno alle repressione sulle droghe, anche dei meri consumatori, soprattutto minori. Ora il Ministro parla addirittura di ‘lavori forzati’ per le persone che usano sostanze. Una visione preistorica delle politiche sulle droghe non potrà che peggiorare una situazione in cui non solo i consumi aumentano, ma mutano nell’assoluta incapacità dei servizi di saperli interpretare e quindi intervenire con azioni di prevenzione efficace degli abusi e di riduzione dei rischi e dei danni».

30 giugno – «Il governo riconosce e sostiene la famiglia sancita dalla Costituzione». In un post su Facebook Fontana tuona: «Con tutto il rispetto, il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del governo, né tantomeno della Lega. Per quanto ci riguarda, la famiglia che riconosciamo e che sosterremo, anche economicamente, è quella sancita e tutelata dalla Costituzione». Il ministro della Famiglia attaccava l’esponente M5S Vincenzo Spadafora per aver preso parte e sostenuto il Gay Pride a Pompei, in provincia di Napoli, in rappresentanza del governo giallo-verde. «Sui diritti non si torna indietro», aveva detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

 

 

26 luglio – «No al riconoscimento dei figli delle coppie gay». Durante un’audizione in commissione Affari sociali alla Camera dei deputati il ministro Fontana afferma: «L’attuale assetto del diritto di famiglia non può non tener conto di cosa sta accadendo in materia di riconoscimento della genitorialità alla fine dell’iscrizione nei registri dello stato civile di bambini concepiti all’estero da coppie dello stesso sesso, facendo ricorso a pratiche vietate dal nostro ordinamento, anche penalmente, come la gestazione per altri, ovvero la maternità surrogata, e l’eterologa. Questa prospettiva rischia di tradire un’impostazione adultocentrica, lontana ed in parte in conflitto con il principio interesse del bambino. Dunque va fatto rispettare il divieto, evitando che il ricorso di queste pratiche all’estero di traduca in un aggiramento del divieto in Italia». Una risposta arriva da Vincenzo Spadafora, esponente M5S e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: «Non esistono bambini di serie A o di serie B, tutti devono essere tutelati. Per questo la Corte Costituzionale, con la sentenza 162 del 2014, ha superato il principio espresso dalla legge 40 del 2004, per il quale vi doveva essere coincidenza fra genitorialità biologica e genitorialità sociale». Invito il Ministro Fontana a fermare la propaganda ed aprire un dialogo culturalmente serio per evitare che il nostro Paese torni 10 anni indietro».

3 agosto – «Abroghiamo la legge Mancino». Parlando di allarme razzismo, in un post su Facebook Fontana propone l’abrogazione della legge Mancino, che condanna gesti e slogan nazifascisti o incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali. «Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano», ha scritto il ministro.

 

(Foto di copertina da archivio Ansa: il ministro Fontana. Credit immagine: ANSA / ETTORE FERRARI)

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