Ragno violino, aumentano le segnalazioni a Roma

17/07/2018 di Enzo Boldi

Attenti al ragno. La zona Sud di Roma sembra essere in preda a una vera e propria invasione di Loxosceles rufescens, nome scientifico dell’ormai noto «ragno violino». Negli ultimi giorni sono aumentate le segnalazioni e i ricoveri negli ospedali della Capitale, in particolare nel quadrante che comprende le consolari Ardeatina e Laurentina, zona ricca di verde e quindi terreno fecondo per la proliferazione di questo aracnide, soprattutto a causa del clima afoso.

LEGGI ANCHE > Con l’estate torna il pericolo del ragno violino, tutte le cose da sapere in caso di morso

Roma, però, non è l’unica città infestata dal ragno violino. L’allarme per i suoi morsi, molto velenosi per chi li subisce, è esteso a tutta l’Italia, come nel caso del vigilante di Terni che lo scorso aprile venne ricoverato in gravissime condizioni dopo una sua puntura. «Negli ultimi tempi stiamo registrando molti casi di punture da parte di questo piccolo animaletto – ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, in un’intervista rilasciata ad Adnkronos – questo si spiega con il fatto che è un amante del caldo, quindi in questo periodo è recrudescente».

Ragno Violino, un piccolo nemico invisibile

Il ragno violino è quasi un nemico invisibile. La sua grandezza varia dai 7 ai 10 millimetri, ha un colore tra il giallo e il marrone, vive nei battiscopa e si nasconde tra la biancheria. In pratica è il cosiddetto ago nel pagliaio. Il suo morso è molto velenoso per l’uomo e, a suon di beffa, non provoca dolore immediato permettendo al veleno di diffondersi nel corpo senza provocano reazioni iniziali. Dopo qualche ora, solitamente nell’arco di due giorni, la zona colpita inizia ad arrossarsi e a prudere, dando i primi segnali di infezione. In quel momento, il consiglio di tutti i medici, è quello di recarsi nel più vicino ospedale o in un centro antiveleno per provvedere immediatamente a una cura efficace.

Ragno violino, non fatelo arrabbiare

«È una brutta bestia: se vuole, sa far male – prosegue Fabrizio Pregliasco –. È un ragnetto eremita, che se ne sta in disparte scegliendo posti in cui può nascondersi. Generalmente non attacca perché tende a restare in disparte ma, se si incattivisce, è pericoloso». Occhio a non stuzzicarlo, dunque, perché le conseguenze possono essere serie e pericolose.

Share this article