La fondazione collegata alle fake news

Negli ultimi mesi sono circolate diverse notizie che replicano la stessa storia: una grande eredità in vecchie lire, impossibile da convertire in euro. Si tratta di una fake news e dietro ci sarebbe una realtà specifica, che il Corriere della Sera oggi individua nella Fondazione «F.i.r.», da non confondere con le omonime on line come quella dedicata al rugby italiano.

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Riporta il Corriere in un pezzo a firma di Paolo Beltramin:

Cos’hanno in comune Luigi C., Gabriele C, Michele S. e Gaetano R., oltre all’essere protagonisti di queste storie parallele? Beffati dalla sorte, presi da un comprensibile sconforto hanno chiesto aiuto tutti allo stesso ente, la Fir, «Fondazione italiana risparmiatori», che poi ha contattato i media per rendere pubbliche le disavventure dei loro assistiti. Del resto, si è rivolto alla Fir pure Gino I., il quarantenne originario di Ascoli Satriano ma residente a Verona,  che il 18 gennaio ha ritrovato nella libreria di casa il biglietto della lotteria Italia targato F642985, acquistato in una tabaccheria di Foggia a dicembre 2009, estratto vincitore il 6 gennaio successivo per un premio di un milione e 200 mila euro, poi andato perduto: peccato che — come avrete già intuito—passati cinque anni dall’estrazione non è più possibile ritirare il premio.

Il Corriere ha cercato di capire come mai questa fondazione riesca a scovare queste storie incredibili. Sul sito web ufficiale della  «associazione di consumatori e utenti, liberamente costituita, autonoma, senza fini di lucro e a base democratica e partecipativa» (registrato in Repubblica Ceca) non ci sono né un numero fisso né nomi propri, solo un cellulare anonimo.

Nemmeno nella prestigiosa sede di Milano, in via Tortona, sanno di loro. E la Fir – spiega il Corriere – non risulta nel registro delle fondazioni lombarde, non ha codice fiscale né partita Iva. L’inviato ha provato a contattare il numero. Dall’altra parte della cornetta si è palesato tale «Andrea Rossi, avvocato».

Promette di spedirci via mail carta d’identità, atto fondativo e statuto della fondazione, riferimenti dei notai coinvolti: stiamo ancora aspettando. Nel frattempo David Puente, cacciatore di bufale e consulente della Polizia postale, è riuscito a rintracciare un vecchio annuncio online scaduto, con lo stesso numero di telefono che oggi è pubblicato nel sito della F.i.r. un certo Giacinto si offriva come ospite per feste e addii al nubilato, segni particolari: «Mi avete visto a Striscia la notizia su Canale 5». Proprio lo stesso nome di battesimo dell’incubo di ogni giornalista, Giacinto Canzona (cognome vero, anche se sembra un indizio), smascherato più volte proprio da Striscia: era lui la «fonte» di memorabili finti scoop, dal micio milionario Tommasino alle suore multate perché andavano a 180 all’ora in autostrada, fino allo scambio di embrioni all’ospedale Pertini di Roma.

(foto ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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