Nessun populismo, così lontano sia nel corso che nel percorso. Siamo di fronte all’era del fare, diventato poi pragmatismo e infine oggi solo estremamente pratico.

Pratico, tutto o quasi, come la vittoria di Putin in Russia.

‘Abbiamo bisogno di soluzioni ai problemi di tutti i giorni’. Pochi anni, credo una manciata tra Facebook e Giornalettismo, ed eccoci proiettati verso la rottamazione dell’ideologia. L’ideologia? Non serve, si deve vincere, e così si vince col pratico del giorno d’oggi.

Il pratico vince sempre, statene certi. Tra Donald e Vladimir, cosa c’è? Vince sempre il pratico e non ci rendiamo conto di quanto valga sapere prima di ogni azione cosa è giusto e cosa è sbagliato. Anche solo con consapevolezza che possa un minimo farci cambiare l’orizzonte delle scelte. Ogni giorno.

Senza teoria, così, nel quotidiano delle cose che servono per spostare, o in certi casi risolvere, le questioni dell’oggi. Quale migliore condizione per essere meno liberi? Quale condizione migliore per un potere qualsiasi di affermarsi con tanta facilità? Praticamente, oggi, non conosciamo nemmeno più la differenza tra noi e loro, tra chi sono e quali sono i miei fratelli, tra chi è buono e chi non lo è.

Il pratico è il famoso detto romano: Ognuno per sé e Dio per tutti. E’ per questo che sono tentato nel fornirvi un esempio, pratico.

PRATICAMENTE Voi che avete votato Matteo o Luigi, vi siete fatti un’idea di come si comporterebbe questo parlamento di fronte ad una qualsiasi crisi internazionale? Da sempre siamo un popolo interessato solo ai nostri vagheggi, e ignoriamo da sempre le notizie internazionali, ma cosa farebbe Luigi, o Matteo, di fronte alla crisi siriana? E cosa ne pensano sullo stato palestinese? E sulla Libia?

Secondo me, PRATICAMENTE, quei delegati senza ideologia decideranno in forme ancora più approssimative e autoritarie. E vi prego, non citate Rousseau, vi becchereste un anacronistico vaffanculo.

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