Il tragico tweeet di Dario Nardella sull’omicidio di Idy Diene

06/03/2018 di Redazione

Dario Nardella ha sbagliato probabilmente tutto quello che c’era da sbagliare in merito all’omicidio di Idy Diene. La comunità senegalese di Firenze ha rivissuto un incubo: pochi anni dopo la strage compiuta dall’attivista di CasaPound Gianluca Casseri, che uccise Diop Mor e Samb Modou in un attentato razzista, un italiano ha sparato mortalmente contri Idy Diene.

Il tragico tweeet di Dario Nardella sull’omicidio di Idy Diene

Un ambulante che ha perso la vita solo perché un 66enne di Firenze ha deciso di colpire con la sua pistola la prima persona che avrebbe incontrato, come ha detto ai poliziotti che l’interrogavano, visto che non aveva avuto il coraggio di suicidarsi. Stranamente ha però mirato solo ai neri. Il movente razzista è stato escluso dalla procura di Firenze in merito all’omicidio di Idy Diene, ma che i senegalesi di Firenze siano sconvolti dopo un simile atto criminale è ampiamente comprensibile. Un sindaco degno di questo nome si sarebbe recato immediatamente presso la famiglia di Idy Diene. La compagna del senegalese ucciso è la vedova di una delle vittime dell’odio fascista di Gianluca Casseri.

LEGGI ANCHE > FIRENZE, LA RIVOLTA DELLA COMUNITÀ SENEGALESE CONTRO IL RAZZISMO DOPO L’OMICIDIO DI IDY DIENE

Dario Nardella non ha però trovato neppure il tempo per incontrare la delegazione dei senegalesi che aveva chiesto di incontrarlo, come rimarcato da Comincia Adesso e ammesso, tra le righe, dal comunicato ufficiale del comune di Firenze. Il sindaco del capoluogo toscano ha poi twittato un messaggio quasi incomprensibile, che sembrava condannare più i danneggiamenti causati dalla manifestazione in ricordo di Idy Diene che un omicidio che potrebbe anche avere un movente razziale.

 

«L’omicidio di Idy Dienec per mano di uno squilibrato, ora agli arresti, ha colpito tutta Firenze. Comprendiamo il dolore della comunità senegalese ma la protesta violenta di questa sera in centro è inaccettabile. I violenti, di qualsiasi provenienza, vanno affidati alla giustizia», ha scritto Nardella, storpiando perfino il nome della vittima. La protesta violenta sarebbero transenne divelte, un paio di cassonetti rovesciati e fioriere deturpate. La preposizione avversativa che contrappone un omicidio a un atto di vandalismo neppure grave appare davvero squilibrata.

Share this article