In Italia, quasi un femminicidio su dieci è commesso da un uomo in divisa

02/03/2018 di Redazione

L’ultimo caso di figlicidio e tentato femminicidio compiuto a Cisterna di Latina ha riacceso i riflettori sull’inquietante fenomeno della violenza domestica commesso da uomini delle forze dell’ordine.

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Lo spiega Alessandra Ziniti su Repubblica:

Anche se il dato assoluto può sembrare poco significativo (siamo nell’ordine della decina di casi all’anno), è la percentuale che va presa in considerazione. In Italia gli uomini in divisa e che hanno una pistola in dotazione sono circa 450mila, meno del 2,5% della popolazione maschile: ma l’anno scorso hanno commesso l’8,5% dei femminicidi, 10 su 117. E questo dato va letto alla luce di un altro: solo il 12,8 per cento dei femminicidi viene commesso con una pistola. Dunque, tre su quattro degli uomini che uccidono una donna con un’arma da sparo sono appartenenti alle forze dell’ordine o guardie giurate. È un dato che allarma soprattutto a fronte della mancanza di verifiche cadenza regolare. I controlli, va detto subito, esistono e, come conferma il caso di Cisterna di Latina, la spia si accende. Funziona così: i responsabili di ogni ufficio — spiegano dal Viminale — hanno l’obbligo di segnalare qualsiasi situazione atipica che coinvolga un sottoposto. Il quale viene immediatamente avviato a una visita di controllo davanti ad una commissione composta da medici e psicologi che, se necessario, dispone terapie, periodi di riposo o provvedimenti più seri.

Il caso di Luigi Capasso mostra una grande criticità. Nonostante esistano attività di monitoraggio e autodenunce per riconsegnare l’arma di ordinanza, quello che manca sono i controlli di routine a scadenza regolare che, soprattutto in un ambiente stressante come quello delle forze dell’ordine, potrebbero aiutare a prevenire questo tipo di reati.

Ziniti ha riportato anche le parole di Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell’Associazione funzionari di polizia: “Dobbiamo subito dire che la sorveglianza sui comportamenti anomali c’è, ultimamente anche più stringente rispetto a venti, trent’anni fa. Posso assicurare che i controlli avvengono con una certa frequenza e anche nei confronti di alti funzionari. Però è anche vero che dissimulare le reali condizioni psicologiche davanti ai medici non è impossibile, e quindi adottare le valutazioni adeguate non è semplice”.

(Uno dei proiettili che hanno colpito Antonietta Gargiulo. Credits foto: Ansa)

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