Si vota il 4 marzo e c’è già un nuovo ‘partito’: gli ‘impresentabili’ M5S verso il gruppo misto

17/02/2018 di Redazione

Le nuove formazioni politiche (o meglio: le nuove componenti parlamentari) talvolta nascono a campagna elettorale in corso. È quello che sta accadendo in questi giorni, dopo le polemiche interne al M5S per la presenza in lista alla Camera e al Senato di candidati che non rispondono ai requisiti del partito guidato da Luigi Di Maio (e di altri che sono stati scoperti a truccare le rendicontazioni per evitare di restituire rimborsi): sono una decina gli aspiranti deputati e senatori in corsa per un seggio che una volta eletti potrebbero iscriversi al gruppo misto.

I candidati M5S in uscita o a rischio uscita dal M5S

I loro nomi vengono elencati dal Corriere della Sera. Ci sono Emanuele Dessì, , candidato in posizione favorevole in un listino proporzionale, travolto dalle critiche per la casa in affitto a 7 euro, e i tre massoni Catello Vitiello, Piero Landi e Bruno Azzerboni, candidati invece in collegi uninominali. A loro si aggiungono sei parlamentari che nello scandalo Rimborsopoli hanno ammesso di aver barato sulle rendicontazioni, di non aver restituito decine di migliaia di euro. Si tratta di Andrea Cecconi e Carlo Martelli (i due intervistati dalle Iene) e Silvia Benedetti, Maurizio Buccarella, Elisa Bulgarelli ed Emanuele Cozzolino. A loro potrebbero aggiungersi anche Barbara Lezzi e Giulia Sarti, che Di Maio no ha inserito in lista nera, ma che comunque hanno truccato sui rimborsi.

Chi di loro sarà effettivamente eletto? Per Dessì, Benedetti e Buccarella il successo elettorale è considerato certo, mentre Cozzolino e Bulgarelli sono finiti in lista al proporzionale in posizione meno favorevole. Difficile la conquista di un seggio da parte dei tre candidati all’uninominale. Il nodo però resta. Chi otterrà un seggio alla Camera e al Senato, con la rottura con il Movimento, dovrebbe iscriversi al gruppo misto o a un altro gruppo. Di Maio spera che i candidati in uscita rinuncino alla candidatura in Corte d’Appello, seguendo, come ricorda il Corriere, quanto sostiene Michele Ainis: il costituzionalista ha individuato un passaggio della legge elettorale approvata ad ottobre in cui si parla di «eventuale rinuncia alla candidatura». Ma la senatrice Paola Taverna ha affermato che il Movimento ha provato anche a rivolgersi alla Corte, per cancellare dalle liste i candidati ritenuti impresentabili. Ma non ci sono riusciti.

(Foto: ANSA / MASSIMO PERCOSSI)

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