Il Comune di Verona cancella lo slogan «Sposa chi vuoi» perché ammicca alle coppie gay

04/02/2018 di Redazione

Uno slogan finisce al centro di polemiche. Una trovata di marketing diventa terreno di scontro politico tra opposizione e maggioranza, e tra chi si batte per difendere i diritti delle coppie gay e chi invece dice di lottare per ‘difendere la famiglia tradizionale’. È accaduto a Verona, dove il Comune (dopo i comunicati di protesta del movimento ultracattolico Popolo della Famiglia) ha chiesto e ottenuto la rimozione dello slogan «Sposa chi vuoi» che era stato lanciato dagli organizzatori della fiera Verona Sposi, in programma il 3 e 4 febbraio all’ex Arsenale della città veneta.

Verona, polemiche per lo slogan ‘Sposa chi vuoi’: per la Lega «affossa i valori»

Il Pd ha lanciato accuse di discriminazioni nei confronti degli omosessuali, mentre il circolo Pink sostiene che «Romeo e Giulietta si stanno rivoltando nella tomba». La Lega invece appoggia la decisione dell’amministrazione di invitare gli organizzatori a rimuovere immagini e slogan allusivi al ‘same sex wedding’, il matrimonio tra persone dello stesso sesso. «Le trovate di marketing non possono affossare i valori», ha detto  Vito Comencini, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, commentando favorevolmente l’intervento dell’assessore alla Trasparenza Edi Maria Neri. «Le trovate di marketing – sono state le sue parole – non possono affossare i valori. Bene ha fatto l’assessore Neri a frenare l’allestimento di stand palesemente contro la famiglia tradizionale, che rischiava di trasformarsi in propaganda relativista a favore di altre unioni che nulla c’entrano con la famiglia composta da mamma e papà».

Poi è arrivata la replica del consigliere del Pd Federico Benini: «L’amministrazione comunale finalmente ha battuto un colpo, ma non per convocare le commissioni sulle richieste delle minoranze che da oltre tre mesi non vengono discusse o per esaminare decine di mozioni ignorate, ha subito trovato il tempo per far rimuovere uno slogan in uno stand a Verona Sposi». Bernini ha accusato il sindaco di Verona Sboarina di farsi «dettare l’agenda politica da una lista nemmeno presente in consiglio comunale per l’esiguità dei voti presi», di non sapere «che il parlamento italiano ha votato le unioni civili e che nel comune che lui amministra si celebra più di un’unione a settimana tra persone dello stesso sesso». «L’amministrazione – ha aggiunto – porta la nostra città indietro di 800 anni.

«In questi giorni alla Fiera di Verona si svolge l’evento ‘Verona sposi’ – ha ricostruito il Circoli Pink su Facebook -. Su uno degli stand si legge uno slogan che strizza l’occhio alle unioni civili: ‘#sposachivuoi’. Ma non a Verona, si dovrebbe aggiungere. Il Popolo della Famiglia infatti insorge fino a far intervenire il Sindaco, che censura lo stand e fa togliere lo slogan».

(Foto da archivio Ansa)

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