Matteo Renzi pubblica un meme di satira invece di una bufala sui sacchetti di plastica

Matteo Renzi ha attaccato le bufale sui sacchetti biodegradabili postando un meme di satira invece delle fake news di cui parla nel post. Il segretario del PD è stato falsamente accusato di aver promosso la norma che ha recepito la direttiva Ue sulla riduzione dei sacchetti di plastica per favorire una imprenditrice, Catia Bastoli, AD di Novamont che nel 2011 ha partecipato alla Leopolda.

MATTEO RENZI SCAMBIA UN MEME DI SATIRA PER UNA BUFALA SUI SACCHETTI DI PLASTICA

Renzi ha smentito la falsa notizia diffusasi sui social media con una foto di una card esemplificativa delle bufale, che diceva: «Lei è Bernarda Renzi, cugina di terzo grado di Matteo Renzi. Ella è presidente dell’azienda che produce tutti i sacchetti del mondo». La card ritrae una donna col volto di Matteo Renzi, ma non è una bufala come le tante immagini che sono così diffuse sui social media.

Matteo Renzi

Come si nota anche dal logo vicino al volto di Bernarda Renzi, si tratta infatti di un meme realizzato da una bella pagina di satira, Generatore di immagini gentiste di bassa qualità, che prende in giro proprio le bufale che sono diffuse sui social media dagli utenti “sovranisti”, di solito simpatizzanti di M5S, Lega Nord o formazioni di estrema destra. «Generatore di immagini gentiste di bassa qualità ha risposto ironicamente all’errore di Matteo Renzi. Ma quanto è bello quando Matteo Renzi carica un nostro meme con tanto di logo su Instagram!».

Matteo Renzi

 

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Nel suo post su Instagram, Facebook e Twitter il segretario del PD aveva scritto che « la storia è molto semplice. Nel 2017 l’Italia ha attuato una direttiva europea che tende a eliminare la plastica dai sacchetti. L’obiettivo sacrosanto è combattere l’inquinamento alla luce degli impegni che abbiamo firmato a Parigi e che rivendichiamo: noi a differenza di Trump non abbiamo cambiato idea.  E quanto all’accusa che il Parlamento lo avrebbe fatto per un’azienda amica del PD vorrei ricordare che in Italia ci sono circa 150 aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio. Hanno quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato. Anziché gridare al complotto dovremmo aiutare a creare nuove aziende nel settore della Green Economy senza lasciare il futuro nelle mani dei nostri concorrenti internazionali. I posti di lavoro del domani sono in settori come questi, vanno creati e coltivati: oppure si pensa davvero che vivremo tutti di sussidi, assistenzialismo e redditi di cittadinanza?  Spero che alla fine del 2020 le aziende italiane attive nell’economia verde siano il doppio di quelle che sono oggi e facciano meglio dei concorrenti globali, specie quelli del Sud Est asiatico che in questo settore stanno investendo molto. Noi faremo la campagna elettorale seriamente, parlando dei problemi veri e offrendo soluzioni. Per pulire l’Italia dall’inquinamento ambientale e anche da quello delle fake news. Chi vuole inventare bugie si accomodi pure, noi non lo seguiremo. Buon complotto a tutti».

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