Tutte le bugie di Vladimir Putin. Anzi, di Putinocchio

I più importanti media della Germania attaccano Vladimir Putin per le bugie raccontate nell’intervista esclusiva concessa alla TV pubblica tedesca. Bild Zeitung definisce il presidente russo «Putinocchio», ritraendolo con un naso lunghissimo, per tutte le falsità dette in televisione.

 

Bild fa il  "bugie-checking" sul presidente russo, titolando su "Putinocchio: come il capo del Cremlino mente al mondo". Photo credit: screenshot di Bild.de
Bild fa il “bugie-checking” sull’intervista TV al presidente russo, titolando su “Putinocchio: come il capo del Cremlino mente al mondo”. Photo credit: screenshot di Bild.de

LE BUGIE DI VLADIMIR PUTIN: L’ANNESSIONE DELLA CRIMEA – L’intervista di Vladimir Putin alla TV pubblica tedesca ARD è il tema più discusso in Germania. I più importanti mezzi di informazione, come Der Spiegel, Bild Zeitung o Frankfurter Allgemeine Zeitung, hanno attaccato il presidente russo per tutte le bugie dette nel corso del colloquio con un giornalista del principale programma di approfondimento politico della TV tedesca. Un numero così ampio di falsità che portano Bild a ritrarre il leader del Cremlino con naso lunghissimo, e chiamarlo «Putinocchio», gioco di parole tra il cognome del presidente russo e il protagonista del romanzo di Carlo Collodi. La prima bugia detta da Putin riguarda l’annessione alla Crimea, definita legittima dal punto di vista del diritto internazionale. Il presidente russo ha paragonato la Crimea al Kosovo, basandosi sull’intervento militare deciso dagli Usa nonostante il veto di Russia e Cina nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e sul referendum svolto nel 2008 per separarsi dalla Serbia. Il paragone fatto da Putin non regge, visto che il Kosovo si è dichiarato autonomo dopo una lunga trattativa durata quasi un decennio, mentre la Crimea è stata annessa alla Russia.

LE BUGIE DI VLADIMIR PUTIN: LE ARMI AI RIBELLI UCRAINI – Vladimir Putin ha affermato alla TV tedesca che i ribelli separatisti in Ucraina orientale non abbiano ricevuto supporto militare dalla Russia, evidenziando come il mondo sia pieno di armi e di conseguenza sia piuttosto facile procurarsele. Come notato Der Spiegel così come Bild, questa tesi appare smentita dal tipo di armi in mano ai secessionisti delle repubbliche autonome di Donetsk e Luhansk. Sul mercato nero si possono trovare facilmente fucili, mitra o pistole, ma carri armati o artiglieria pesante come i missili per abbattere gli aerei non possono esser recuperati in tempi rapidi senza il supporto di uno Stato. Le immagini satellitari mostrano da tempo come l’esercito russo abbia spostato mezzi e uomini sul suolo ucraino per supportare la causa della secessione dell’Ucraina orientale.

LE BUGIE DI VLADIMIR PUTIN: LE SANZIONI FANNO BENE – Vladimir Putin ha rimarcato come le sanzioni decise dai Paesi occidentali, definite illegittime, possano fare bene all’economia russa. La tesi del presidente russo appare scontrarsi con la realtà, visto che Mosca dipende fortemente dalle importazioni europee per quanto riguarda il settore più strategico della sua economia, quello energetico. Il deflusso dei capitali registrato in questi mesi è stato favorito dalle sanzioni finanziarie imposte alle banche e alle altre istituzioni russe, impossibilitate a fare nuovi affari con i clienti europei o americani. Lo stop all’importazione di prodotti tecnologici occidentali renderà assai più difficile l’estrazione di gas e petrolio.

LE BUGIE DI VLADIMIR PUTIN: CRESCITA NONOSTANTE LA CRISI – Durante l’intervista alla TV tedesca Vladimir Putin ha affermato di ritenere possibile una crescita del Pil 2014 pari allo 0,6%, con un incremento all’1,2% nel 2015. Negli anni successivi il presidente russo si attende un aumento del Prodotto interno lordo fino al 3%. Bild Zeitung rimarca come anche la banca centrale russa non creda a queste previsioni di Putin, visto che ha corretto verso il basso la crescita portandola allo 0,3% per il 2014 e 0 per il 2015. Oltre alle sanzioni, l’economia russa è colpita in modo sensibile dalla contrazione dei prezzi energetici sui mercati mondiali, che indeboliscono il suo settore più importante.

LE BUGIE DI VLADIMIR PUTIN: IL FEDERALISMO IN UCRAINA – Vladimir Putin si è lamentato che nessuna controparte della crisi ucraina voglia discutere di una federalizzazione del Paese. La decentralizzazione a cui allude il presidente russo appare però molto diversa da una trasformazione in senso federale dell’Ucraina. Putin sembra desiderare un’Ucraina composta da una confederazione di repubbliche fortemente autonome, in cui la politica estera non sia esercitata dal centro, ma condivisa tra le diverse entità statuali. In questo modo la parte russofona dell’Ucraina avrebbe una sorta di diritto di veto che potrebbe impedire l’associazione di Kiev all’UE e alla Nato.

Photo credit: Sean Gallup/Getty Images

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