La vera storia del ristorante che ti fa mangiare le teste umane

12/02/2014 di Redazione

Il quotidiano britannico Independent (e non solo) ha riportato in queste ore la notizia dell’arresto di undici persone nello stato nigeriano di Anambra, tutte alle dipendenze di un ristorante che avrebbe servito carne umana agli avventori. Secondo quanto riportato dal quotidiano, il blitz delle forze dell’ordine sarebbe scattato dopo il ritrovamento di due teste umane, avvolte nel cellophane. Sul menù del ristorante, infatti, la «testa umana arrosto» sarebbe stato il piatto forte, e i clienti avrebbero sborsato fior di quattrini pur di poter assaggiare la carne umana.

ristorante cannibale nigeria (1)

BUFALA O VECCHIA NOTIZIA? – Una storia che ha dell’incredibile, addirittura condita da alcune testimonianze di clienti che, ignari di tutto, avrebbero più volte consumato un pasto in quel ristorante, parte di un albergo di lusso di Onitsha, l’Upper Class Hotel. «Ho sempre notato movimenti strani dentro e fuori quell’hotel – avrebbe detto un cittadino di Onitsha – Persone losche che andavano e venivano». Una storia talmente incredibile che, a prima vista, potrebbe sembrare addirittura una bufala. Sfortunatamente non è così, anche se cronache locali e leggende metropolitane si stringerebbero in un macabro racconto dal contorni mai del tutto chiariti.

NOTIZIA VERA, MA RISALENTE AD AGOSTO – Il blitz della polizia al ristorante è avvenuto davvero, ma non in questi giorni – come scrive l’Independent – ma all’inizio dell’agosto 2013. La storia, realmente accaduta, è vecchia di mesi. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno trovato davvero due teste umane avvolte nella plastica, ma anche diverse armi – tra cui due Kalashnikov – parecchie munizioni e un considerevole numero di telefoni cellulari. Il blitz, che risale al 1 agosto scorso, è documentata da diverse fonti locali e ci sarebbe anche un video che mostrerebbe il ritrovamento delle teste e delle armi.

Attenzione, il video contiene immagini che potrebbero urtare la vostra sensibilità

CANNIBALISMO? – Tuttavia, la polizia nigeriana non avrebbe confermato la pista del cannibalismo: a quanto pare, la parte della storia che vedeva le «teste umane arrosto» come piatto forte del menù del ristorante sarebbe più che altro una leggenda metropolitana mai del tutto smentita né confermata. Di fatto però, l’intero hotel è stato immediatamente demolito senza nessun altro tipo di indagine e il proprietario, Bonaventure Mokwe, è stato arrestato insieme alle altre dieci persone finite in manette.

 

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COMPLOTTO E FALSE ACCUSE – La moglie di Mokwe, però, ha subito parlato di complotto, sostenendo che quelle teste sarebbero state messe nell’albergo del marito per poterlo rovinare e agguantare la sua proprietà. L’uomo sarebbe stato infatti un individuo «scomodo», e già nel 2009 era scampato a un tentato attentato ordito per eliminarlo. La donna aveva anche denunciato il fatto che Mokwe sarebbe stato detenuto in condizioni disumane, senza nemmeno la possibilità di contattare il proprio avvocato mentre i cingolati demolivano lasciandone solo un cumulo di macerie. Lo scorso ottobre, il quotidiano ghanese Modern Ghana riprende la storia, aggiungendo alcuni particolari: prima del blitz della polizia, alcuni poliziotti avrebbero notato uno strano movimento intorno all’albergo: un gruppo di giovani sarebbe entrato nell’edificio razziandolo mentre qualcuno si sarebbe introdotto nella stanza 102, lasciando le due teste umane ritrovate poco dopo dalle forze dell’ordine. L’individuo sarebbe stato poi identificato Olisa Egbuchiem, figlio del responsabile dell’obitorio locale: per lui, dunque, non sarebbe stato troppo difficile «procurarsi» le teste da piazzare nell’albergo di Mokwe. Un complotto, insomma, per colpire il proprietario dell’albergo e «toglierlo dalla circolazione»

POLEMICHE – La questione ha sollevato parecchie polemiche in Nigeria, polemiche che hanno coinvolto anche il governatore Peter Obi, ritrovatosi nell’occhio del ciclone insieme al resto delle forze dell’ordine che, stando alle dichiarazioni di Mokwe, non avrebbe esitato a usare la tortura per estorcergli una confessione.

(Photocredit: LaPresse, foto di repertorio)

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