Oggi Arcuri ha alzato definitivamente bandiera bianca sull’app Immuni

Il commissario straordinario ha ammesso che non ha funzionato bene

26/11/2020 di Gianmichele Laino

La Corea è lontana. Anzi, è un miraggio. Avevamo scomodato le migliori menti del Paese per realizzare una applicazione che, in qualche modo, potesse aiutarci a tracciare i contagi e a monitorare l’evoluzione della pandemia attraverso la tecnologia. Una cosa che un Paese moderno, nel 2020, dovrebbe essere in grado di fare, come ha dimostrato efficacemente la Corea del Sud, dove proprio grazie a un’app di tracciamento si è riusciti a contenere la pandemia sin dalla prima ondata di primavera. Oggi, invece, il commissario straordinario Domenico Arcuri ha ammesso che l’app Immuni non ha funzionato.

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App Immuni non ha funzionato, le parole del commissario Arcuri

Nel corso della sua conferenza stampa, il commissario è sembrato alzare bandiera bianca sul versante del tracciamento legato alla tecnologia: «L’App Immuni non ha sortito i risultati attesi – ha detto Arcuri -. Anche se i download sono arrivati a 10 milioni, per adesso non abbiamo avuto la risposta che ci aspettavamo in termini di scoperta dei contagiati. Penso che sia uno strumento molto importante, ma per renderlo efficace c’è bisogno di un rapporto di mutua collaborazione tra la App e chi la scarica. Probabilmente il nostro messaggio non è stato sufficientemente potente».

I problemi: perché App Immuni non ha funzionato

Il problema di Immuni, al netto di alcuni bug evidenti che sono stati corretti in corso d’opera – una cosa abbastanza normale se si parla di uno strumento che prima non c’era e che è stato inventato in fretta, con il fiato sul collo di una pandemia globale -, non è rappresentato dal meccanismo di funzionamento, quanto dalla teoria che c’era alla base. Dare troppo potere all’utente nella segnalazione del contatto, far leva sugli automatismi della sanità pubblica (che ha, invece, sottovalutato lo strumento), essere troppo dipendente dall’esecuzione dei tamponi (in estate se ne facevano molti di meno rispetto a ora).

Fortunatamente, l’app Immuni non ha rappresentato – se non in minima parte in termini di promozione – un costo aggiuntivo per lo Stato in questa pandemia e il cittadino l’ha avuta a disposizione gratuitamente. Altrimenti staremmo parlando di un doppio fallimento. Ma quello che era stato proposto come lo strumento rivoluzionario contro la lotta al Covid-19, pochi mesi dopo il suo lancio, sembra già qualcosa di superato e arrugginito. Da mandare subito nel dimenticatoio.

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