Anticorruzione approvata alla Camera, ma la Lega non applaude

Gli occhi erano tutti puntati sulla Lega. Oggi è andata in scena la votazione finale sul ddl anticorruzione, approvato dalla maggioranza con 288 voti, contro 143. Sarà che il provvedimento deve essere ancora votato in seconda lettura al Senato e anche in terza lettura alla Camera per l’approvazione – teoricamente – definitiva, ma nessuno aveva voglia di festeggiare particolarmente. Insomma, niente pugni alzati come nel caso del decreto emergenze, diventato famoso per l’esultanza del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

Anticorruzione, la Lega non esulta per l’approvazione alla Camera

La Lega, in modo particolare, non ha battuto ciglio. Nessun applauso, nessun segno distensivo nei confronti dell’alleato di governo M5S. Brucia ancora il passaggio – che rende più farraginoso l’iter della legge – che si è consumato due sere fa, quando la maggioranza, a causa del voto segreto e di un agguato dei peones ex pentastellati supportati dalla Lega e da altri settori delle opposizioni, ha deciso di ammorbidire il reato di peculato e di abuso di potere. Una mossa che al Movimento 5 Stelle non è andata proprio giù.

Le tensioni con Giorgetti

I giorni scorsi sono trascorsi tra sospetti e accuse reciproche, con la sensazione che l’incantesimo che teneva insieme Lega e Movimento 5 Stelle al governo si sia rotto definitivamente. Ancora oggi, Giancarlo Giorgetti – indiziato numero uno dai pentastellati come colpevole dell’agguato sull’emendamento del peculato e dell’abuso di potere – ha manifestato il suo dissenso non andandosi a sedere tra i banchi del governo, ma prendendo posto accanto ai deputati semplici della Lega.

Nemmeno le lucine verdi che hanno segnato l’approvazione del provvedimento alla Camera hanno contribuito a distendere i toni. Ci aspettano giorni molto lunghi.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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