Amazon si chiama fuori dalla Super Lega

La dichiarazione ufficiale vede un grande player della partita dello streaming dichiarare di non essere stato coinvolto nel progetto

20/04/2021 di Gianmichele Laino

Non è stato Dazn, non è stato Amazon. Sembra che non ci sia alcun grande partner che – recentemente – ha mostrato interesse nel mondo dei diritti televisivi dietro al progetto della Super Lega. Una dichiarazione ufficiale sembra aver chiuso qualsiasi tipo di possibilità che Prime potesse entrare in qualche modo nella partita giocata dai 12 super soci fondatori. La dichiarazione di Amazon sulla Super Lega sembra essere abbastanza netta.

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Amazon sulla Super Lega: è totalmente contrario

Ogni giorno che passa si aggiunge un tassello in più su questa vicenda esplosa all’improvviso. E Amazon muove la sua pedina, condividendo le preoccupazioni dei tifosi e dichiarandosi completamente estraneo dal progetto iniziale.

«Amazon Prime Video – si legge nella nota – comprende e condivide le preoccupazioni dei tifosi a proposito della Super League. Crediamo che parte dello spettacolo e della bellezza del calcio europeo derivi dalla capacità di ogni club di raggiungere i propri successi attraverso le performance sul terreno di gioco. Non siamo stati coinvolti in nessuna discussione circa la Super League. Puntiamo a proporre ai nostri clienti il calcio che interessa loro, attraverso metodi innovativi. Lo faremo a partire dalle partite di Champions League in Italia e in Germania e dalle partite di Premier League in Inghilterra».

Amazon per il calcio “tradizionale”, insomma. Perché non c’è dubbio che qualcuno aveva indicato nel nuovo interesse della piattaforma di streaming nel calcio internazionale un possibile diretto interessato nella corsa ai diritti di trasmissione della Super League. Con il no di Dazn (impegnata nel frattempo ad accaparrarsi i diritti del campionato di calcio italiano per i prossimi tre anni) e con il netto rifiuto anche di Sky (che trasmetterà la Champions, l’Europa League e la Conference League in Italia per i prossimi tre anni), anche Dazn si aggiunge ai broadcaster che sembrano avere una certa remora nello sposare il progetto finanziato da JP Morgan e nato allo scoccare della mezzanotte del 18 aprile.

Foto IPP/Roberto Ramaccia – Roma

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