La Gazzetta dello Sport entra a gamba tesa sulla Super Lega e su Andrea Agnelli

Presa di posizione netta del principale quotidiano sportivo italiano (edito da RCS)

19/04/2021 di Gianmichele Laino

Una presa di posizione in nome del principio della sportività meritocratica. Ma che nasconde, in realtà, le ragioni di una guerra prima di tutto editoriale. La Gazzetta contro la Super Lega rappresenta un po’ la sintesi delle due cose. Oggi, nell’analisi del principale quotidiano sportivo sulla grande rivoluzione che contribuirà a mutare gli equilibri interni ed esterni del calcio italiano ed europeo, si coglie una posizione di netta contrarietà – facendo nomi e cognomi – al principio che animerà la nascente competizione europea, a cui si è dato ufficialmente il via dopo la mezzanotte di oggi, con il documento sottoscritto dai dodici club fondatori (per l’Italia ci sono Juventus, Milan e Inter).

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Gazzetta contro la Super Lega, attacco frontale ad Agnelli

Ricordiamo che il quotidiano è edito da RCS. Urbano Cairo, amministratore delegato, è anche il presidente del Torino, squadra di Serie A tra quelle che, ovviamente, non hanno partecipato al progetto. Nonché squadra che condivide la stessa città della Juventus, una rivalità calcistica che si perde negli annali della storia del calcio, diventata negli ultimi tempi anche un derby editoriale. Da quando il gruppo GEDI – l’altra concentrazione editoriale principale in Italia – è stato acquisito dalla famiglia Elkann, all’ombra della Mole lo scontro è diventato ancora più acceso e lo si può evincere facilmente anche da quanto scrive oggi la Gazzetta su Agnelli.

La Gazzetta su Agnelli ci va pesante

La Gazzetta dello Sport si è espressa apertamente contro la Super Lega, definendola un progetto che nasce «per favorire l’interesse di pochi tradendo valori meritocratici e svilendo i tornei nazionali che rappresentano le radici sociali e culturali del calcio». Non solo la Gazzetta dello Sport contro la Super Lega ma anche parole dirette nei riguardi di Agnelli che, guidando le trattative con i Fondi per la cessione dei diritti tv, avrebbe dovuto guidare la Lega verso la modernizzazione mettendo anche un freno alla crisi economica che ha colpito tutti i club in pandemia. Agnelli, però, ha poi rinunciato ai Fondi «per abbracciare un progetto in grado di risolvere meglio i problemi della Juve e a cascata delle altre due big, Inter e Milan», sostiene la Gazzetta. E se questi sospetti si rivelassero concreti «ce ne sarebbe abbastanza per valutare se certi incarichi siano stati svolti con lealtà o invece condizionati da conflitti di interessi passibili di azioni legali».

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