L’istituto Superiore di Sanità: “Le regioni a rischio anticipino le misure restrittive”
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Nel giorno delle nuove restrizioni imposte dal governo arriva l’allarme Iss sulla situazione nelle Regioni italiane. Nel suo consueto monitoraggio settimanale infatti l’Istituto Superiore di Sanità avverte che l’epidemia è in rapido peggioramento e che sono tante le regioni dove la velocità di trasmissione è già compatibile con uno “scenario 4”, invitando perciò ad anticipare “rapidamente” le misure previste nel caso.
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Il peggioramento della situazione e l’allarme Iss
L’allarme Iss riguarda tutte quelle Regioni e Province Autonome al momento classificate a rischio moderato ma con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Per queste zone l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di anticipare “rapidamente” le misure previste per il livello di rischio Alto data l’elevata trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto. Secondo l’agenzia infatti “l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento” con la maggior parte del territorio nazionale compatibile con uno scenario 3 ma Regioni e Province Autonome in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 che “sono in aumento”. Il rischio, avverte l’Iss, è quello di un’epidemia non controllata e non gestibile. Per questo “è essenziale rafforzare le misure di mitigazione in tutte le Regioni/PA”.
L’allarme Iss sulla situazione negli ospedali
L’allarme Iss riguarda anche le “forti criticità” dei servizi territoriali e il fatto che “in tutte le Regioni/PA” gli ospedali abbiano ormai già raggiunto le soglie critiche di occupazione dei servizi ospedalieri o stiano per raggiungerle. Per questo, si legge nel documento, si invitano “le Regioni/PA a realizzare una continua analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite”. Nella seconda parte di ottobre infatti, l’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,72, con valori medi di Rt superiori a 1,5 nella maggior parte delle Regioni italiane e superiori a uno ovunque. Inoltre i casi non riconducibili a trasmissioni note sono aumentati da 50mila a circa 75mila nel giro di una settimana, superando l’80% dei nuovi casi segnalati in alcune Regioni e Province Autonome.
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