La tv che nasce nel giorno della caduta di Kabul: «Vogliamo raccontare l’Afghanistan vero, anche con un talebano alle spalle» | ESCLUSIVA
Abbiamo intervistato Harun Najafizada, direttore di Afghanistan International: l'emittente ha anticipato la messa in onda, prevista per il mese di settembre
18/08/2021 di Gianmichele Laino
Nel giorno più buio dell’Afghanistan, si è accesa la spia rossa di una emittente televisiva. È la storia di Afghanistan International TV, una emittente all news per 24 ore al giorno, che ha anticipato, in una vera e propria corsa contro il tempo, le sue trasmissioni. Inizialmente, il suo debutto era previsto per il 21 settembre, nella Giornata internazionale per la pace voluta dalle Nazioni Unite. La presa di Kabul da parte dei talebani, con l’eco mediatica che rimbomba ancora dall’intera regione, ha imposto un’accelerata decisa sulla tabella di marcia.
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Afghanistan International TV nasce nel giorno della presa di Kabul, l’intervista
Harun Najafizada è il direttore dell’emittente. Nonostante i giorni frenetici, siamo riusciti a raggiungerlo. Ci chiede, cortesemente, di inviargli le domande che avremmo voluto fargli. Risponderà evidenziando le frasi in un verde che assomiglia molto alla speranza. «Vogliamo continuare a raccontare la storia della nostra nazione – ci dice -. Non dimenticateci. Abbiamo grandi storie per voi, in Afghaistan: ora si spera che gli attentati suicidi, le esplosioni e le sparatorie giungano alla fine. E forse sarà il momento giusto per viaggiare da Kabul a Kunar e raccontare di un matrimonio tradizionale del posto o per visitare i minareti di Herat, nonostante un sorvegliante talebano che ti osserva alle spalle!».
Harun Najafizada è un punto di riferimento per l’informazione legata all’Afghanistan. È un giornalista molto attivo su Twitter, ad esempio, con i suoi 240mila followers e il suo account verificato. Ha una lunga esperienza alle spalle: ha stabilito la sua sede lavorativa a Londra, dopo essere stato per anni corrispondente della BBC dal Pakistan prima e da Kabul poi.
درود بر مرد شجاعی که قدرت را به چالش میکشد. این خبرنگار از مجاهد در #کابل تحت کنترل طالبان میپرسد که آیا مردم هم شما را بخاطر حملات انتحاری تان میبخشد؟
آقای مجاهد ابراز تاسف میکند از تلفات غیرنظامیان در عملیاتهای #طالبان. pic.twitter.com/g389y0Eep6
— Harun Najafizada (@HNajafizada) August 18, 2021
«L’industria dei media in Afghanistan – ci dice – sta attraversando un enorme shock con la vittoria dei talebani. La loro considerazione dei media è molto in contrasto con ciò che abbiamo visto in Afghansitan negli ultimi 20 anni. Ma stiamo andando nella direzione opposta. AFINTL.com è il primo canale di notizie internazionale dell’Afghanistan: offriremo un mix di bollettini in diretta e contributi in programmazione. Ci stiamo impegnando per fornire agli afghani un quadro accurato e approfondito degli eventi nel paese e oltre il confine. Anche se non avremo un giornalista in ogni provincia, abbiamo una rete di corrispondenti molto più ampia, soprattutto a livello internazionale. Abbiamo una rete di grandi giornalisti afghani, alcuni dei migliori che hanno dovuto lasciare il paese a causa dell’insicurezza. È un’enorme opportunità: fogliamo fare la differenza nella vita dei cittadini afghani».
Il direttore della televisione si batterà per una informazione basata sugli standard internazionali del reportage, sull’accuratezza, sull’imparzialità. Vuole fornire, insomma, ai cittadini afghani un modo di raccontare la propria storia, senza doversi preoccupare di eventuali censure da parte dei talebani. E le donne saranno protagoniste di questa narrazione: «Il ruolo delle colleghe giornaliste sarà preminente – dice Harun Najafizada -. Miriamo a costruire un canale che sia a favore dell’uguaglianza in tutti i modi possibili. Comprendiamo che è una sfida, ma la stiamo accettando con ottimismo».
Il mondo occidentale è stato senza dubbio sorpreso di vedere – ad esempio – una giornalista di Tolo News (altra emittente internazionale dell’Afghanistan) intervistare in diretta un portavoce dei talebani: «C’è da tirare un sospiro di sollievo nel vedere un funzionario talebano guardare negli occhi una collega donna a Kabul in uno studio televisivo – ci spiega -. È sintomo di un massiccio cambiamento nel modo in cui questa versione dei talebani tratta la società afghana, almeno all’inizio della loro presa di Kabul. Hanno partecipato al raduno sciita, hanno tenuto la loro prima conferenza stampa e hanno risposto alle domande più critiche con calma. Ma c’è ancora molta strada da fare prima che si possa dire che i talebani sono pronti ad adottare i valori internazionali e noi vigileremo su questo».
Ci sono ancora tante storie nascoste, in Afghanistan. Storie che vanno anche oltre rispetto all’immagine di questi giorni e alla narrazione occidentale che viene proposta dai grandi network. L’obiettivo di Afghanistan International, che è nata nel giorno della caduta di Kabul, è proprio quello di dare voce al popolo afghano, senza patenti di eroismo: «Possiamo essere definiti come una rete mediatica imparziale che sarà al servizio del popolo afghano per aiutare a raccontare le loro storie, informare e responsabilizzare. Manterremo la nostra indipendenza, senza schierarci».