In Italia ci sono quasi 18 milioni di utenti per gli OTT dello streaming pay

Il totale - che comprende anche quelle piattaforme gratuite - raggiunge i 32,8 milioni

13/04/2022 di Redazione

Una quota di mercato decisamente rilevante, una platea che sta crescendo sempre di più con una tendenza che, a questo punto, si è scrollata di dosso il boom della pandemia e quella sensazione che l’esplosione improvvisa degli abbonamenti pay agli OTT fosse dovuta esclusivamente al periodo di lockdown e di distanziamento sociale forzato. Secondo l’ultima analisi di EY, in Italia ci sono quasi 18 milioni di utenti che hanno un abbonamento a pagamento a una piattaforma di streaming, mentre la potenziale platea di utenti di piattaforme libere raggiunge quota 33 milioni. Più della metà, dunque, della popolazione della Penisola.

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Abbonamenti pay agli OTT, la platea dei potenziali spettatori in Italia

Sicuramente investimenti e offerta hanno fatto la differenza. Con le piattaforme di streaming si ha sempre di più accesso a contenuti esclusivi. Si pensi al grande gap colmato dalle piattaforme OTT per quanto riguarda gli eventi sportivi live: Dazn – che negli scorsi anni si era affacciata sul mercato – adesso distribuisce in esclusiva la Serie A, nella sua interezza. Ci sono state sicuramente delle critiche e diversi sono senz’altro gli aspetti da prendere in considerazione. Tuttavia, si è trattato di una vera rivoluzione che ha attirato sicuramente nuovi utenti e che non potrà non lasciare un segno nell’audience complessiva anche di altre piattaforme OTT.

Netflix, TIMvision, Mediaset Infinity, NOW, Prime Video, Eurosport Player, DAZN, Disney+, Apple TV+, Discovery+ hanno messo insieme una crescita di quasi un milione e mezzo di spettatori rispetto al mese di gennaio 2021: 7,9 sono i sottoscrittori di un abbonamento (la quota di 18 milioni di utenti si raggiunge attraverso il meccanismo della concurrency, ovvero la condivisione – all’interno del nucleo familiare oppure attraverso altre forme di sharing – di un abbonamento tra più utenti), la metà dei quali risulta essere cliente di due o più OTT. Rincari di prezzi o aumenti legati a una maggiore offerta non sembrano aver fermato, almeno per il momento, il mercato.

Dai dati EY, in ogni caso, gli operatori OTT devono trarre una indicazione fondamentale. Per evitare di venire risucchiati da un vortice vizioso – in cui la televisione continua a rappresentare il principale strumento di fruizione anche di queste piattaforme di streaming (con un buon 80%) – dovranno sicuramente migliorare e ottimizzare la propria offerta per smartphone e tablet, garantendo anche per questi ultimi una visione in condizione di volubilità della connessione internet.

foto IPP/ Jasper Jacobs/Belga/ZUMAPRESS

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