La vita finisce a Tijuana

La città messicana è la capitale del traffico di carne umana. È la città più a Nord e più a Est del Messico, le sue spiagge confinano con quelle della California e solo pochi chilometri la separano dalla ricca San Diego, ma la vicinanza con gli Stati Uniti ne ha fatto una specie di Sodoma e Gomorra in salsa messicana con oltre un  milione di abitanti che vivono dei traffici più o meno leciti da e per gli Stati Uniti.

IL DISTRETTO A LUCI ROSSE – A tijuana c’è anche la Zona Norte un vero e proprio distretto a luci rosse nel quale la prostituzione è legale, sia nei bordelli che per strada, dove la paraditas, come sono chiamate, decorano ogni incrocio. Purtroppo nemmeno questo spazio di tolleranza legale sfugge al controllo dei cartelli criminali, come conferma anche un recente articolo del quotidiano La Jornada, che ha ripercorendo le confessioni di una prostituta e offre lo spaccato davvero desolante dell’insieme.

TUTTE SCHIAVE – Quasi tutte le donne che finiscono a prostituirsi a Tijuana sono infatti schiave dei cartelli, Gloria, la prostituta presa ad esempio da La Jornada, racconta come i cartelli l’abbiano arruolata con un sistema collaudato. Prima la “convocazione” presso un conosciuto boss locale, che le ha mostrato foto dei suoi familiari e li ha minacciati di atroci violenze, poi la schiavitù agli ordini di un’organizzazione che si occupa di far arrivare le donne a Tijuana e di affidarle a un protettore/padrone, che da quel momento potrà farne quello che vuole, anche venderla ad altri.

UNA SU MILLE CE LA FA – Gloria alla fine è scappata, ma quelle come lei sono molte meno di quante spariscono semplicemente nel nulla, magari perché vendute a clienti dai gusti estremi o perché semplicemente torturate e uccise perché non si comportavano come richiesto o non guadagnavano abbastanza, un destino che è toccato a migliaia di donne e di ragazze.

I CARTELLI – I guadagni di questa attività restano tutti al padrone, che esercita uno stretto controllo sulle loro attività e che le punisce severamente per ogni errore, lamento o ribellione. E ovviamente non se ne parla di scegliersi i clienti o i ritmi, dalla sua iniziazione alla professione Gloria ha contato pochi giorni prima di ritrovarsi costretta a soddisfare più di una decina di clienti al giorno o ad essere fornita come anima di una festa di 15 operai che l’avevano affittata per l’occasione.

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IL POTERE CRIMINALE – Un destino che colpisce migliaia di anni all’anno in Messico e che non fa differenza tra messicane e migranti verso gi Stati Uniti, che dei trafficanti sono le prede preferite. Una serie di reti criminali perfettamente organizzate e colluse con la polizia rende possibile rifornire non solo Tijuana, ma tutta un’industria del sesso che ormai fa poco caso a dove sia lecita la prostituzione e dove no e che non ha nessun limite alla violenza che può impiegare per schiavizzare chiunque o quasi.

LA SCOFITTA DELLO STATO  – Si tratta della conseguenza forse più odiosa che il dilagare del potere dei cartelli ha imposto al Messico e alle messicane in particolare, che sono costrette a vivere in un paese nel quale la pubertà coincide con l’inizio di un incubo nel quale in ogni momento può apparire un criminale e strappare le donne alle loro vite, per farne carne da macello, come accadeva nel medioevo feudale, come non dovrebbe accadere in uno stato di diritto.

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