Stefano Savi, sfigurato per errore della “coppia dell’acido”

Stefano Savi, parla la prima vittima della “Coppia dell’acido”, Martina Levato e Alexander Boettcher. Il ragazzo, studente di economia alla Bocconi, si è raccontato ai microfoni de Le Iene dopo la condanna in primo grado di Alexander Boettcher e Martina Levato a 14 anni per l’aggressione ai danni di Pietro Barbini a cui vanno sommati, nel caso di Boettcher, 23 anni di carcere per aver lanciato nella notte tra il primo e il 2 novembre 2014 l’acido sul viso di Stefano Savi.

STEFANO SAVI E UN’ODISSEA LUNGA 16 OPERAZIONI

Il ragazzo ha seguito il processo passo dopo passo insieme al padre Alberto. In poco più di un anno e mezzo ha subito 16 operazioni ma il suo calvario non può certo dirsi concluso. Ha ancora problemi alla vista, la pelle continua a bruciare, i dolori non vogliono saperne di placarsi. Il tutto, peraltro, per un errore. Stefano Savi ha avuto la colpa o la sfortuna di assomigliare al fotografo Giuliano Carparelli, aggredito a sua volta a martellate due settimane dopo. Parlando di Martina Levato e Andrea Magnani lo studente di Economia nel gennaio 2016 disse solo: «La pena? Non mi interessa. L’importante è che li condannino. La faccia ce l’ho sempre messa perché volevo guardarli».

STEFANO SAVI E LA RABBIA NEI CONFRONTI DI MARTINA LEVATO

Stefano Savi non ha mai nascosto di aver visto peggiorata la sua vita da quella notte. La condanna a 14 anni di Martina Levato e Alexander Boettcher ha sollevato il giovane che certo non ha nascosto un sentimento d’indifferenza specie nei confronti della ragazza: «La pena interessa a loro, non a me. L’importante era che venisse riconosciuta la responsabilità di chi mi ha aggredito. Per uno scambio di persona. Martina Levato al pronunciamento della sentenza ha pianto. Questo mi ha fatto rabbia. Era evidente che non piangeva per i reati che ha commesso, ma solo per il fatto di essere stata condannata».

STEFANO SAVI: “SPERO CHE BOETTCHER NON ESCA DI GALERA”

Stefano Savi, la vittima per sbaglio di Martina Levato e Alexander Boettcher, oggi passa 15 ore al giorno con addosso una maschera, ha dovuto dire addio alla sua vecchia vita e ora lotta per riacquistare la vista a un occhio. Per l’aggressione ai suoi confronti Martina Levato è stata inoltre condannata a 16 anni di carcere mentre il presunto complice Andrea Magnani ha ricevuto 9 anni e 4 mesi. Boettcher invece è stato condannato a 23 anni di carcere. Al momento della pronuncia della sentenza nei confronti di quest’ultimo, Stefano Savi, che si è visto assegnare una provvisionale di 1,2 milioni di euro, disse:

Giustizia è fatta ma non posso ancora dire di essere felice sarò felice quando recupererò la vista. Spero che Boettcher non esca più dal carcere. Lui e la Levato si sono rovinati da soli. Da domani si ricomincia  e penso che il mio futuro, nonostante tutto, sarà roseo

STEFANO SAVI, IL RACCONTO DI QUELLA SERA MALEDETTA

Stefano Savi venne intervistato da Repubblica nel gennaio 2016 e parlando della sua vita prima dell’aggressione che lo colpì per sbaglio sentiva di avere tutta la vita davanti:

«Ero in discoteca, al Divina con amici. Conosco una ragazza, ci baciamo, è una bella serata. Fuori dal privé c’è una donna (secondo l’accusa si trattava di Martina Levato, che con Boettcher scambia Savi per Giuliano Carparelli e cioè il vero obiettivo della coppia, ndr). Alle 5.15 vado verso casa, accompagno un‘amica e arrivo a casa mia».

«Scendo dall’auto per aprire il cancello del box, e mentre risalgo in auto una persona mi getta in faccia un liquido oleoso. Mi acceca, il bruciore del viso aumenta. I miei genitori mi portano in ospedale, dove mi ricoverano. E lì comincia la mia sfida, che vivo giorno dopo giorno senza mollare mai»

STEFANO SAVI A LE IENE: “VI SPIEGO LE MIE CURE”

Stefano Savi, intervistato da Nadia Toffa, ha confermato i suoi racconti delle settimane passate rivelando come adesso stia riguadagando la vista dall’occhio destro mentre ha problemi da quello destro a causa della palpebra bruciata. Inoltre, per contrastare gli effetti dell’acido sul viso, viene sottoposto a trapianti di grassi dall’addome al viso aggiungendo che il trattamento è a pagamento e che a sostenerlo è la onlus “Almaust” che aiuta le vittime di ustioni, oltre al fratelo gemello.

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