Scarpe che fanno male ai talloni: 9 trucchi per smettere di soffrire

«Rallenta, ho le scarpe che mi fanno male». Con l’arrivo dell’autunno questa frase torna sulle labbra di milioni di donne in tutto il mondo: perché quando le temperature cominciano a scendere e le giornate si fanno più fresche, mandiamo in pensione sandali e ciabattine e passiamo a qualcosa di più adatto, come le ballerine. Ogni donna di età compresa tra i quattro e i novant’anni lo sa bene: ogni scarpa può fare male, ma la ballerina può farne di più. Perché le ballerine sono quel tipo di scarpe che si indossano quando non fa più abbastanza caldo per le infradito, ma non è ancora la stagione per stivali e scarpe invernali. Così, al grido di vesciche non vi temo, si infilano al volo un paio di ballerine, spesso anche senza calze. Il risultato, dopo un tragitto variabile tra i cinque metri e i quattro chilometri, sono talloni sanguinanti e tendini d’Achille che implorano pietà. Cosa fare quando le scarpe fanno male?

scarpe che fanno male ai talloni
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SCARPE CHE FANNO MALE AI TALLONI: PERCHÉ –

Prima di tutto, bisogna capire il motivo di cotanto dolore. Generalmente, le scarpe – le ballerine in particolar modo – fanno male perché sono della misura sbagliata. E questo può capitare per tre motivi:

1. Quando le hai provate camminavi da sei ore con quaranta gradi all’ombra e avevi i piedi come due zampogne. La commessa ti ha portato un 39, tu te le sei provate e ti andavano benone. Così le hai comprate. Poi te le sei messe una mattina dopo otto ore di sonno e ti sei accorta che oltre al tuo piede, c’era spazio a sufficienza anche per un cucciolo di bovaro del bernese. (Probabilità: 75%)

2. Quando le hai provate era una bella mattina di fine estate, non faceva troppo caldo e la sera prima l’avevi passata comodamente sdraiata sul divano. La commessa ti ha portato un 37, tu te le sei provate e ti andavano benone. Così le hai comprate. Poi te le sei messe una sera per andare a fare l’aperitivo e a metà serata ti sei fatta portare una mannaia per tagliarti le falangi. (Probabilità: 45%)

3. Le hai viste in vetrina e te ne sei innamorata. Quando le hai provate, però, ti sei accorta che erano un po’ strettine. Ma ti piacevano troppo. «Tanto poi un po’ cedono» ti sei detta mentre mettevi lo scontrino nella borsa. Due mesi e trenta chilometri di cerotti dopo stai ancora pensando che prima o poi cederanno. (Probabilità 90%)

Riassumendo: se la scarpa è grande il piede si muove troppo e fa male dietro. Se la scarpa è piccola il piede fa troppo attrito e fa male ovunque. Il risultato sono spargimenti di sangue, camminate claudicanti, pianto e stridor di denti.

scarpe che fanno male ai talloni
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SCARPE CHE FANNO MALE AI TALLONI: COSA FARE –

Quindi ora abbiamo uno o più paia di scarpe che ci fanno male ma che, per necessità o vanità, vogliamo comunque continuare a indossare. Una volta determinato il motivo si può provare a procedere così:

Ballerine troppo grandi – come procedere

1. Il plantare – Se il piede “balla” nella scarpa, si può provare a riempire lo spazio in eccesso mettendo un plantare. In commercio ne esistono di vari tipi: quelli interi e quelli a mezzaluna pensati apposta per creare spessore dove serve di più, in punta o sulla parte del tallone. Cambiano anche i materiali: sughero, cuoio, silicone, schiume sintetiche. Non abbiate paura di sperimentare, anche se la prospettiva di spendere altri soldi in solette e plantarini non vi entusiasma neanche un po’. Ricordatevi che un plantare che non va bene in una scarpa può salvarvi la vita in un’altro paio di scarpe.

2. Il salvatallone – Invece che incerottarvi i talloni, perché non mettere qualcosa direttamente sulla scarpa? In commercio esistono delle strisce adesive da applicare sulla parte della scarpa dove il tallone sfrega maggiormente. Il problema è posizionarlo correttamente, perché il rischio è quello di peggiorare la situazione. Il trucco? Indossate le scarpe a piedi scalzi e camminate per qualche minuto: appena la pelle comincia ad arrossarsi e a “bruciare”, segnate l’area dolorante con qualcosa di colorato  – l’ideale è un pennarello a base d’acqua, ma in casi di emergenza va bene anche qualcosa come un rossetto – rimettete le scarpe per qualche minuto, camminate un po’ e poi toglietele con un urlo liberatorio. La parte della scarpa segnata dal colore è quella dove dovete applicare il vostro salvatallone.

3. Cerotti in gel – Utilissimi anche quando ormai è troppo tardi e avete già bolle e vesciche grosse come una moneta da due euro: il gel presente sul cerotto azzera lo sfregamento e “medica” la vescica. Unico accorgimento: prima di posizionarli sulla pelle fate in modo di pulire e asciugare perfettamente la parte interessata. O si staccheranno dopo quattro secondi netti

4. Lo scotch sulla pianta del piede – Si tratta di un trucco da utilizzare in casi estremi, quando la scarpa è così larga che, oltre a provocare le vesciche, si rischia pure di perderla. Armatevi di nastro biadesivo e applicatelo in diversi punti del piede, senza tralasciare la pianta. Poi infilate le scarpe, premete bene e rassegnatevi a tenervele ai piedi fino a sera. Ovviamente dovete fare in modo che tutti i pezzi di nastro adesivo siano ben nascosti. Espediente da utilizzare solo quando si indossano le calze  – calze che poi a fine giornata sarete costrette a buttare, ma almeno la scarpa sarà stata al suo posto per tutto il tempo, risparmiandovi una giornata d’inferno. Chi scrive l’ha sperimentato per sopravvivere ad almeno due matrimoni con ai piedi un paio décolleté troppo grandi. È una cosa raccapricciante, ma funziona. E comunque il segreto è non dirlo a nessuno, nemmeno al nono brindisi.

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Ballerine troppo piccole – cosa fare

1. Metodo del calzino bagnato – Prendete un pomeriggio in cui non avete nulla da fare, procuratevi un paio di calzini di spugna, bagnateli, indossateli e poi infilatevi le scarpe incriminate. Bagnandosi, la pelle diventerà più morbida, prendendo la forma del vostro piede. Potreste aver bisogno di ripetere l’operazione per alcune volte, quindi occhio a non prendervi un raffreddore.

2. Stick antifrizione – Esistono in commercio degli stick antivesciche: sono pensati principalmente per escursionisti e sportivi, ma vanno benissimo anche per chi sfida la giungla metropolitana con un paio di ballerine ai piedi. Basta passare lo stick sui punti critici per lubrificare la parte interessata e ridurre l’attrito. Ovviamente tenetevelo in borsa, perché potreste averne bisogno più volte nell’arco della giornata.

3. Talco – Ha un po’ la stessa funzione dello stick lubrificante: permettere al piede di muoversi naturalmente all’interno della scarpa, evitando di concentrare l’attrito in un punto solo, specialmente quando il piede suda e tende ad “appiccarsi” alla tomaia della scarpa.

4. Cerotto di carta o seta – Quando la scarpa è troppo piccola e si creano le prime vesciche i cerotti in gel sono da evitare perché, avendo uno o due millimetri di spessore, vanno a riempire ancora di più la scarpa, peggiorando la situazione. Per proteggere la pelle basta applicare a scopo preventivo un pezzo di cerotto di carta o di seta – senza “medicazioni” – ancora prima che si formi la vescica. Si trovano nei negozi di articoli sportivi, o in quelli dedicati alla danza.

5. Amico Calzolaio – A mali estremi, estremi rimedi: quando la scarpa è troppo corta o stretta la si porta da un calzolaio che provvederà a rimetterla “in forma” utilizzando lo strumento apposito. Probabilmente le vostre ballerine o décolleté perderanno un po’ la loro forma affusolata che tanto vi aveva affascinato quando le avevate viste in vetrina, ma… almeno potrete finalmente calzarle senza avere la sensazione di aver indossato un cilicio.

SII PIÙ TESTARDA DI UN PAIO DI SCARPE STRETTE –

La regola d’oro, comunque, resta sempre la stessa: portate sempre un campionario di cerotti con voi, possibilmente sistemati in una bustina rigida in modo da non rovinarli. Potete uscire di casa con la clutch più piccola del mondo: trovate il modo di farci stare almeno quattro cerotti. Due per i talloni e due per quel dito di ogni piede che, ormai lo sapete, vi farebbe male anche con le Birkenstock.

(Photocredir copertina: Thinkstock)

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