L’inchiesta su Il Quotidiano Italiano – Bari e il ruolo dei social nella vicenda di “Zia Martina”

Oggi la notizia di una 45enne che avrebbe adescato minori attraverso chat e altre piattaforme

23/12/2021 di Redazione

Una brutta vicenda di cronaca che ha trovato, oggi, la sua svolta. L’arresto di Zia Martina, una donna di circa 45 anni accusata di corruzione di minorenni e pornografia minorile, ha riportato in cima alle cronache una notizia che una testata locale online, Il Quotidiano Italiano – Bari, ha avuto il merito di seguire sin dall’inizio, ovvero dall’estate del 2021. Il filone è quello di una donna che, attraverso i social network, dava appuntamenti a dei ragazzini o faceva partecipare a dirette social (o a chat di diverso tipo) sempre dei minorenni: i contenuti di queste dirette o di queste chat, talvolta, erano sessualmente espliciti.

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L’arresto di Zia Martina e il ruolo dei social in questa brutta vicenda che coinvolge minori

Nel provvedimento emesso dalla procura, si accusa la donna di aver consumato dei rapporti sessuali con dei minori all’interno di strutture di accoglienza B&B di Bari. Inoltre si evidenzia il ruolo di una piattaforma social all’interno della quale la donna avrebbe fatto una diretta in video-chat a cui avrebbe partecipato anche un minore di 14 anni. Il passaparola sui social è stato determinante in questa storia.

Come ha avuto modo di evidenziare Il Quotidiano Italiano – Bari, la donna intratteneva diverse conversazioni attraverso app di messaggistica o DM sui social network con dei minori. E gli stessi minori hanno dichiarato di avere a disposizione una sorta di “playlist” di video che riguardavano “Zia Martina”. Ovviamente, la colpevolezza per i reati contestati alla donna dovrà essere accertata nel corso del processo, ma la circostanza offre l’occasione per la valutazione negativa dell’utilizzo dei social network in ambienti non controllati.

Inoltre, la testata online che ha seguito la vicenda sin dall’inizio – e che ha fornito collaborazione anche alle forze dell’ordine che stanno indagando sulla storia – ha sin da subito sottolineato il ruolo di queste piattaforme, oltre a recarsi direttamente sul posto per raccogliere delle evidenze sui luoghi e sulle persone che hanno avuto contatti con la donna conosciuta con il nickname di Zia Martina.

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