TikTok, YouTube e Snapchat al Congresso, parleranno dell’impatto dei social sui minori

Sono audizioni che nascono dall'esigenza dei legislatori americani di vederci chiaro dopo il caso di Facebook

20/10/2021 di Redazione

È il momento Big Tobacco per le grandi aziende del tech. Lo hanno definito così i media americani, dopo la testimonianza di Frances Haugen, la whistleblower di Facebook che ha rivelato alcuni particolari importanti legati al comportamento dell’azienda per cui ha lavorato per due anni. Importanti, in questo momento di resa dei conti, sono state soprattutto le indicazioni sul modo con cui Facebook ha affrontato alcuni report interni che mettevano in discussione – più o meno marginalmente – l’utilizzo di strumenti come Instagram da parte dei minori. Per questo, dopo l’audizione di Haugen al Congresso, i legislatori americani hanno deciso di ascoltare l’opinione anche di altri giganti di internet. YouTube, TikTok e Snapchat saranno ascoltati a Capitol Hill nei prossimi giorni.

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YouTube, TikTok e Snapchat in audizione al Congresso

La sottocommissione per la protezione dei consumatori del Senato del commercio con i dirigenti tecnologici avrà modo di valutare le posizioni dei vari social network che più hanno a che fare con una audience di minori per comprendere la loro relazione con questa fascia dìetà così sensibile. «Dobbiamo capire l’impatto di piattaforme popolari come Snapchat, TikTok e YouTube sui bambini e cosa le aziende possono fare meglio per tenerli al sicuro, in un momento così delicato» – fanno sapere dal Congresso.

In generale, le piattaforme sembrano essere particolarmente soddisfatte di queste convocazioni e si sono dette fiduciose nell’instaurare un clima di collaborazione molto costruttivo con i legislatori. Stando ad alcune notizie trapelate in queste ore, tutte e tre le società invieranno un loro legale rappresentante: per TikTok sarà il vicepresidente e capo delle politiche pubbliche per gli americani, Michael Beckerman; per YouTube il vicepresidente degli affari governativi e delle politiche pubbliche, Leslie Miller.

Foto IPP/zumapress

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