YourArtist.AI, l’app che clona le personalità e le voci dei cantanti famosi
Vi presentiamo YourArtist.AI, il chatbot che permette di interagire con i cloni artificiali di artisti famosi inviando loro canzoni da riprodurre con la loro voce creando delle vere e proprie cover
29/09/2023 di Ilaria Roncone
Proprio nel contesto in cui l’AI necessita di una regolamentazione è importante capire come si sta evolvendo nell’ambito della musica e l’app YourArtist.AI resa disponibile qualche giorno fa ci indica con precisione quali sono i rischi che si stanno correndo e quali i danni che si fanno al mercato della musica. Vediamo innanzitutto di che cosa si tratta e quali sono, evidentemente, le problematiche legate all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in queste specifiche modalità nel settore musicale.
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YourArtist.AI è in grado di clonare gli artisti
YourArtist.AI è, a tutti gli effetti, un chatbot che permette di realizzare cover di brani che già esistono con le voci dei cantanti più noti del passato e del presente. Come funziona? In sostanza l’utente si trova a interagire con la star artificialmente riprodotta. Questo chatbot cantante, una volta che gli si invia un file o un video Youtube, è in grado di creare la cover di quella canzone con la voce del cantante che sta imitando.
Tutto questo avviene nello spazio di qualche minuto e il brano, a quel punto, è disponibile in streaming. Per scaricare la canzone occorre pagare una tariffa che può andare dai 7,99 dollari ai 39,99 dollari. «Non è previsto alcun costo per chattare con il cantante virtuale, ma sono previsti costi per cantare cover o clonare la propria voce», si legge sul sito web, quindi viene offerta anche la possibilità – per ora in fase beta – di clonare la proprio voce a pagamento oltre quella di scaricare le cover.
Ad essere clonata – dando agli avatar nomi del tutto diversi – e riconoscibili sono le voci di artisti come Taylor Swift (che sull’app è Tayler Sweft), Ariana Grande (che diventa Aria Drand), Justy Baber (Justin Bieber), Drake (Drakie). Impossibile, per l’industria musicale, non farsi domande su un’applicazione del genere e tutte quelle simili.
Ci sono implicazioni relative ai diritti di immagine dei cantanti, ai diritti sulle voci (dei rischi che l’AI implica nell’ambito del doppiaggio, per esempio, ne abbiamo parlato di recente con Luca Bottale), ai diritti su ciò che viene prodotto. Tutte tematiche che le legislazioni dei vari Paesi e i rappresentanti delle aziende che sviluppano le tecnologie AI stanno affrontando, certo, ma a una velocità tale che mentre si è seduti al tavolo di discussione e le posizioni in merito ci mettono mesi a formarsi, fioriscono in continuazione applicativi come questo che posso agire ed essere usati in maniera indisturbata.