Yandex è il motore di ricerca che ha dato più spazio alle teorie cospirazioniste
In proposito, invece, è stato ritenuto appropriato il lavoro che ha fatto Google
16/12/2021 di Redazione
Un nuovo studio, pubblicato il 2 dicembre presso gli archivi della Cornell University, ha messo insieme delle informazioni fondamentali per capire quale motore di ricerca abbia avuto un ruolo maggiore – tra quelli più diffusi al mondo – relativamente alla diffusione di teorie del complotto su tutti gli argomenti più importanti del nostro secolo, dall’11 settembre, fino ad arrivare ai presunti effetti collaterali dei vaccini nascosti dalle case farmaceutiche per creare un nuovo ordine mondiale. La risposta a cui sono arrivati i ricercatori che hanno firmato lo studio – Aleksandra Urman, Mykola Makhortykh, Roberto Ulloa, Juhi Kulshrestha – è: più di tre quarti dei risultati di ricerca per i sei termini indagati (“terra piatta”, “11 settembre”, “qanon”, “illuminati”, “george soros” e “nuovo ordine mondiale”) su Yandex hanno fornito siti che menzionavano o promuovevano attivamente il pensiero cospiratorio.
Yandex è il motore di ricerca che diffonde maggiormente teorie del complotto
Tra gli altri motori di ricerca indagati, c’erano anche Google, Bing, DuckDuckGo e Yahoo. Su quest’ultimo i risultati della ricerca per questi termini corrispondevano a circa la metà di quelli emersi. Su Bing e DuckDuckGo poco meno della metà. Il comportamento migliore tra i motori di ricerca indagati è stato quello di Google. Tra l’altro, la ricerca ha previsto anche il criterio della geolocalizzazione, indagando gli stessi risultati da tre aree geografiche diverse: l’Ohio, la California e il Regno Unito. I risultati, nelle tre aree geografiche indagate, erano sostanzialmente simili.
Il fatto che le teorie cospirazioniste siano diffuse anche attraverso i social network – anzi, soprattutto attraverso queste piattaforme – è confermato anche dal fatto che diversi risultati sul motore di ricerca più esposto, Yandex appunto, erano rappresentati da link e collegamenti ipertestuali a pagine di social network. Google, praticamente, non presentava risultati di questo genere. Il lavoro di moderazione di Google ha sicuramente avuto un impatto positivo sulla scrematura dei complotti nelle ricerche online: ma questo non impedisce agli altri siti web complottisti che vogliono essere trovati di migrare verso altre piattaforme.