Cosa pensano davvero le aziende VLOP del Digital Service Act Europeo?

Ok le dichiarazioni ufficiali. Ma off the records le grandi aziende di Big Tech con più di 45 milioni di utenti al mese non sono molto contente

29/08/2023 di Gianmichele Laino

Vi abbiamo già detto che si è registrato un certo scollamento tra le dichiarazioni ufficiali delle aziende Big Tech che operano nel settore digitale e quella che è stata la loro azione dietro le quinte durante le fasi di discussione del Digital Services Act nelle istituzioni europee. Bene: non è l’unico scollamento che si è registrato. È opportuno indicare che, probabilmente, le grandi aziende – denominate VLOP e VLOSE all’interno del DSA – distinguono la loro dimensione pubblica da quella privata. E nelle due circostanze esprimono anche delle idee diverse in merito al regolamento europeo che è entrato in vigore qualche giorno fa.

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VLOP sul DSA, cosa pensano – in privato – le grandi aziende di Big Tech

Se, infatti, all’esterno passa un messaggio di grande allineamento tra le grandi aziende e il legislatore europeo, in privato si registra un sentiment diverso. Non necessariamente negativo, ma volto a trarre un vantaggio anche da una regolamentazione europea che, a una prima occhiata, può essere considerata penalizzante per le grandi aziende che hanno una indubbia influenza sul pubblico, dal momento che vengono impiegate da almeno 45 milioni di utenti attivi al mese.

Secondo Alex Health – che è un esperto della rivista di settore americana The Verge – internamente si starebbe cercando di individuare il modo migliore per cavalcare l’opportunità che, forse, involontariamente l’Unione Europea ha dato alle grandi piattaforme digitali per avere un controllo ancor più capillare del loro mercato. Gli addetti ai lavori, gli interni alle grandi aziende del digitale sostengono che il Digital Services Act ha imposto dei paletti stringenti quanto facilmente raggiungibili per chi è già affermato sul mercato. Illudendosi di aver dato il potere all’utente – e grazie alla collaborazione delle aziende stesse -, il legislatore europeo avrebbe alzato di molto il livello della protezione. Un livello che può essere sostenibile per un grande colosso del digitale ma che, ad esempio, ammazzerebbe completamente una start-up che si dovesse affacciare in questo momento sul mercato.

Profilazione, elementi che possono dare indicazioni sul gradimento dei contenuti, azioni di targettizzazione mirata sono già stati effettuati in passato dalle aziende Big Tech. Ora si tratta solo di “vivere di rendita” rispetto ai dati accumulati fino a questo momento. Il problema resta per chi, di questi dati, non è in possesso.

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