Come Vittorio Feltri sta invitando la gente a uscire di casa

C’è solo una ragione per cui i numeri del contagio in Italia si stanno abbassando: la quarantena e la limitazione degli spostamenti. Una dura realtà per tutti, costretti a rimanere in casa, a lavorare da casa e a non aver la possibilità di trascorrere ore all’aria aperte in queste giornate dal tepore primaverile. Ma questo è necessario per contenere il Coronavirus e i dati lo stanno confermando. Ma Vittorio Feltri ne ha le ‘scatole piene’ e dice che non è più necessario. Anzi, sostiene che sia meglio l’infezione che rimanere in casa.

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«Si dà il caso che le cosiddette autorità non abbiano difficoltà a punire un trasgressore, dieci, cento trasgressori, tuttavia se questi diventanomille o diecimila, ‘salutamea soreta’, bisogna prenderne atto e mutare le regole. Se una norma è ingiusta e si protrae nel tempo è fatale che non venga osservata», scrive Vittorio Feltri nel suo editoriale. Insomma, secondo il direttore di Libero, la limitazione degli spostamenti è un provvedimento ingiusto. Nel resto del suo articolo, parla anche di detenzione, paragonando la situazione degli italiani a quella dei carcerati.

Vittorio Feltri e quel «basta, io esco»

E questo non basta. «È ora di finirla con restrizioni degne di un campo di concentramento […]. Meglio sfidare l’infezione piuttosto sorbirsi lezioni di medicina che servono solo a fracassarti l’apparato riproduttivo», prosegue Vittorio Feltri. I numeri, però, non possono ancora farci stare tranquilli. Perché se la curva dei contagi sembra essere in discesa, pare evidente che il minimo errore possa portare a un’impennata di nuovi casi. Per questo lo stare a casa è l’unica soluzione possibile.

Lo ‘state a casa’ è necessario

E lo stanno facendo praticamente in tutto il mondo, anche gli inglesi che parlavano di immunità di gregge, concetto completamente errato vista la virulenza del Coronavirus. Occorre resistere e non cedere ai richiami affabulatori delle sirene di Omeriana memoria. La prossima data sembra essere quella di lunedì 4 maggio. Se tutto andrà bene (anzi, meglio) si potrà tornare a una realtà che, comunque, sarà diversa da prima.

(foto di copertina: da Non è L’Arena, La7)

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