La Vita in Diretta critica i virologi in tv e ne parla (sempre in tv) con Bassetti

Qualcuno ha definito il tweet di presentazione dell'intervista come "il tweet dell'anno"

20/11/2020 di Redazione

«Polemica: i virologi spopolano in TV Ne parliamo ora a La Vita In Diretta con Matteo Bassetti». Lancio Twitter della popolare trasmissione del pomeriggio di Raiuno, che prelude all’intervento in collegamento dell’infettivologo dell’ospedale di Genova, uno dei “volti noti” del coronavirus in Italia, non fosse altro per il presenzialismo all’interno delle televisioni italiane. E qualcuno lo ha già definito il tweet dell’anno. 

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Virologi in Tv, la polemica de La Vita in Diretta: ma viene invitato Bassetti

Il perché, in realtà, è piuttosto intuitivo. Se si imposta una sezione della trasmissione sulla polemica per la presenza dei virologi (ma in realtà il termine è generico: si parla anche di tutti gli altri esperti di malattie infettive che sono stati invitati nei talk show dall’inizio della pandemia) in tv, perché continuare a perpetrare questa stessa polemica invitando un infettivologo in tv? Una sorta di serpente che si morde la coda che non è passato inosservato, soprattutto sui social network.

Polemica sui virologi in tv, fatta con virologi in tv

Tra l’altro, all’interno della trasmissione interagiva con Bassetti anche Giovanna Botteri, storica inviata Rai, che aveva messo in evidenza come la popolazione sia in realtà piuttosto disorientata rispetto a tutte queste voci che si vanno a sovrapporre e che, spesso, danno indicazioni contrastanti sul coronavirus, tutte provenienti da fonti che – in teoria – dovrebbero avere la medesima autorevolezza. Dunque, il taglio critico della trasmissione era sulla presenza degli esperti in tv. Trattata con un esperto in tv.

La verità è che se non hai almeno un medico o uno scienziato in trasmissione, hai un problema conseguente con gli ascolti. Per questo gli esperti sono contesi e si dividono tra una televisione all’altra. Non è anche questo, da parte dei talk show in generale, un modo per cavalcare “le ondate” di coronavirus?

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