Vidme e quegli embeds che ora mostrano video porno
Vidme era un servizio di video hosting fallito nel 2017. Il suo dominio è stato acquistato da un sito porno, i cui contenuti vengono mostrati laddove un tempo vi erano quelli di Vidme
23/07/2021 di Giorgia Giangrande
Fin dove possono arrivare gli strani scherzi del web e perché proprio fino a Vidme che ora mostra video porno su siti generalisti laddove un tempo vi erano altri contenuti? Vi raccontiamo cosa è accaduto al dominio del servizio di video hosting fallito nel 2017 e acquistato da una compagnia di video porno.
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I vecchi video di Vidme, ora video porno
Vidme era un servizio di video hosting lanciato al pubblico nel 2014, poi fallito nel 2017, che permetteva di embeddare i propri contenuti su terzi siti web. Cerchiamo di spiegarci meglio. Se scriviamo un articolo e vogliamo arricchirlo aggiungendo un video proveniente da un altro sito, prendiamo il link di quel video e lo embeddiamo (letteralmente, incorporare) nel nostro articolo. Ma se il dominio di quel sito – da cui quel video proviene – viene venduto e tutti i video vengono sostituiti con contenuti porno, anche il nostro video embeddato verrà automaticamente sostituito, in corrispondenza del punto in cui un tempo avevamo incorporato tutt’altro.
Questo è quanto accaduto a Vidme, dal momento che la compagnia 5 Star HD Porn ha comprato il dominio scaduto del sito di video hosting. Questo significa che qualsiasi sito web con gli embed di Vidme ora ha del porno su di esso. E non si tratta di siti qualsiasi. Come riporta The Verge, la lista dei siti web con inaspettati embed porno include giornali online come New York Magazine, il Washington Post, HuffPost, e altri.
Cosa è tecnicamente successo
Quanto accaduto è un esempio molto estremo di link rot, ovvero ciò che accade quando i contenuti o le immagini online vengono cancellati o altrimenti interrotti, quindi i link non puntano più ai loro obiettivi originali. The Verge richiama un altro esempio di questo tipo e cioè quello che riguarda l’ex presidente degli USA Trump, dopo essere stato bandito da Twitter a gennaio per aver incitato la rivolta al Campidoglio. Infatti, le migliaia di tweet che Trump ha inviato negli anni della sua permanenza su Twitter sono stati cancellati e ad oggi qualsiasi embed dei tweet viene visualizzato come una casella grigia vuota. Il problema, che diventa tale solo in casi come quello di Vidme, è che la maggior parte delle piattaforme di social media hanno abilitato la possibilità di embeddare i propri contenuti: «Twitter ha attivato gli embed nel 2012, e Facebook, Snapchat, YouTube e Instagram permettono tutti in qualche modo gli embeds», riporta The Verge.
Come tutte le azioni che si compiono nel web, anche l’uso degli embeds va attuato con parsimonia, seppur lo scopo dell’incorporare un link sia proprio quello di dare credibilità alla notizia. Quanto accaduto a Vidme è uno spiacevole effetto collaterale, che va preso in considerazione e che ci piace etichettare come uno «scherzo del web» (sicuramente non gradito dai siti che lo hanno subito).