Quelli che “bucano” Google Meet per trasmettere video porno all’open day dell’asilo

Succede ad Arezzo: la preside ha fatto denuncia alla polizia postale

12/01/2021 di Redazione

Tempi di pandemia, tempi di incontri online. Ovviamente, anche gli open day presso le scuole di ogni ordine e grado avvengono sulle piattaforme per la DaD. L’idea di un asilo in provincia di Arezzo era quella di organizzare una tre giorni di incontri per conoscere le famiglie dei futuri alunni. Peccato che tutti gli incontri siano stati bloccati da un intervento indesiderato: video hard su Google Meet che hanno fortemente compromesso la buona riuscita dell’iniziativa.

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Video hard su Google Meet all’open day dell’asilo

Presso l’istituto scolastico di Lucignano-Marciano, infatti, al posto di una tessera con il volto di una maestra sono comparse inequivocabili immagini a luci rosse che hanno lasciato di stucco i partecipanti, molti dei quali avevano in braccio i loro bambini desiderosi di conoscere i propri insegnanti. Ora, la preside preside dell’istituto Rita Levi Montalcini Nicoletta Bellugi è pronta a denunciare l’accaduto: ha già segnalato tutto alla polizia postale e si è detta sicura che le azioni siano state organizzate da più di un malintenzionato.

«Abbiamo avuto rassicurazioni dalla polizia postale che gli autori saranno individuati grazie al tracciamento delle loro attività – ha detto la preside Bellugi contattata dai colleghi de La Nazione – nel frattempo abbiamo riprogrammato gli incontri inviando via email il link a cui accedere al meeting». Il problema delle intrusioni negli incontri in streaming di carattere istituzionale sta diventando un vero e proprio tema all’ordine del giorno in questo periodo di distanziamento sociale.

Nei mesi scorsi, un giornalista era riuscito persino a imbucarsi in una riunione riservata organizzata dall’Alto Commissariato per la politica estera dell’Unione Europea. Inoltre, veri e propri atti di squadrismo online si stanno ripetendo negli ultimi giorni, in particolar modo nel corso di eventi culturali. Nella giornata di ieri, la scrittrice Lia Tagliacozzo – attraverso un post pubblicato dalla figlia – aveva descritto una aggressione neonazista su Zoom, durante la presentazione del suo ultimo lavoro sulla Shoah.

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