Pornhub lancia il progetto sul nudo nelle opere d’arte e gli Uffizi sono pronti a dare battaglia
Per lo spot era stata coinvolta anche Ilona Staller, che interpreta la Venere di Botticelli
19/07/2021 di Gianmichele Laino
Capolavori che arrivano direttamente dal mondo dell’arte internazionale, una selezione di opere riprese e commentate da attrici e attori porno, un progetto di sensibilizzazione del pubblico di Pornhub sui classici senza tempo che popolano i musei più famosi del pianeta. Era questa, nelle intenzioni della piattaforma di video per adulti, l’idea dietro a Classic Nudes, un progetto che ha coinvolto diverse pornostar e che aveva intenzione di diffondere l’arte su larghissima scala (i dati del 2019, che non avevano ancora risentito dell’aumento esponenziale dovuto alla pandemia, recitano: 42 miliardi di visite nel corso dell’anno, con 39 miliardi di ricerche e 115 milioni di visite quotidiane). Invece, è soltanto il prologo di una sfida Uffizi contro Pornhub destinata ad andare avanti nei prossimi giorni.
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Uffizi contro Pornhub, cosa sta succedendo
Pensate soltanto allo spot scelto da Pornhub: una Ilona Staller – in arte Cicciolina – in versione Venere di Botticelli, infatti, sul bordo di una conchiglia, promuove Classic Nudes. L’opera d’arte, conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze, viene così divulgata. Un’operazione che, in punta di regolamento, tuttavia, è vietata. Come sempre avviene in questi casi, infatti, il museo diretto da Eike Schmidt fa valere il codice dei beni culturali italiano: quest’ultimo prevede che, in caso di utilizzo delle immagini di un museo comprese le opere d’arte, sia strettamente necessaria l’autorizzazione del museo stesso. In questo modo, l’ente museale ha a disposizione l’ultima parola sulle finalità di trattamento delle immagini stesse.
Gli Uffizi non hanno autorizzato né l’utilizzo delle immagini della Venere di Botticelli, né di altre opere d’arte che dovessero entrare a far parte del progetto Classic Nudes. Il progetto, infatti, prende in considerazione opere che provengono da tutti i principali musei del mondo: il Louvre e il D’Orsay di Parigi, il Prado di Madrid, la National Gallery di Londra, il Met di New York. Gli Uffizi, a differenza degli altri musei del mondo, intendono far valere il principio del codice italiano delle opere d’arte e, dunque, sono pronti a dar battaglia – di fronte le sedi competenti – al colosso dei video hard.
Che, intanto, procede spedito per la sua strada. Pornhub, infatti, ha già realizzato una landing page dove raccogliere le varie opere d’arte di nudo che sono state analizzate. Ognuna presenta una audioguida con la voce di una attrice o di un attore del mondo del porno, che guiderà il turista in una esperienza assolutamente insolita di approccio con l’arte. Pornhub offre suggerimenti sia per chi dovesse semplicemente guardare l’opera da casa, davanti allo schermo del proprio pc, sia per chi dovesse invece recarsi in visita al museo (contestualmente, il portale offre anche una mappa per collocare l’opera all’interno della struttura che la ospita). Concorrenza a tutto campo, insomma, alla normale fruizione delle opere d’arte in un museo. Per questo, gli Uffizi porteranno avanti – come già successo in casi analoghi – la propria battaglia.