La posizione del Garante Privacy sul Tg1 e chi ha condiviso il video di Aprilia

L'Autorità ha invitato gli organi di stampa a non diffondere più quelle immagini, riservandosi di intervenire nei confronti della televisione pubblica e degli altri

29/01/2024 di Enzo Boldi

Richiami alla deontologia della professione giornalistica e a tutto ciò che concerne la tutela della privacy. Questo è il contenuto del comunicato stampa pubblicato dal Garante per la protezione dei dati personali in merito alla vicenda del servizio del Tg1 con le immagini “in esclusiva” di un video tratto delle telecamere a circuito chiuso dell’Ospedale di Aprilia. Filmato che, successivamente, è stato ripreso e ripubblicato anche da altri organi di informazione, senza “correggere” quel problema iniziale: non è stato blerato (oscurato affinché non fosse riconoscibile) il volto della donna che ha deciso – il 26 gennaio – di lasciare il figlio di pochi mesi nella sala d’attesa del triage del nosocomio della cittadina alle porte di Roma.

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In attesa di una presa di posizione netta da parte dell’Ordine dei Giornalisti, che per il momento si è limitato a pubblicare una nota firmata dal Coordinamento per le pari opportunità, è proprio il Garante Privacy a richiamare l’attenzione sulla violazione di alcune regole deontologiche (fondamentali per l’attività giornalistica). E lo fa facendo sponda proprio sulla tutela della riservatezza che doveva essere rispettata, non rendendo visibile e riconoscibile il volto della donna.

Video Ospedale Aprilia, la posizione del Garante Privacy

Quello del Garante Privacy non è solamente un invito alla rimozione di quel filmato (servizio per quel che riguarda il Tg1), ma anche un annuncio che potrebbe essere propedeutico all’apertura di un’istruttoria nei confronti non solo del telegiornale della televisione pubblica, ma anche di tutti gli altri organi di stampa (come il quotidiano La Stampa) che hanno condiviso quel filmato. Soprattutto tutte quelle che non hanno effettuato un lavoro in post-produzione per oscurare e non rendere riconoscibile la donna.

«Le immagini si pongono in evidente contrasto con le disposizioni della normativa privacy e delle regole deontologiche relative all’attività giornalistica, le quali prescrivono agli operatori dell’informazione di astenersi dal pubblicare dettagli relativi alla sfera privata di una persona. Nel caso odierno le immagini – peraltro registrate per altre finalità  – non avrebbero dovuto essere trasmesse,  in quanto lesive della dignità della donna, in un momento di particolare fragilità».

Basterebbe questo per sottolineare tutti quegli errori commessi, in primis, dal Tg1. Ma c’è anche di più:

«L’Autorità ritiene pertanto doveroso invitare gli organi di stampa, i siti di informazione e i social media al più rigoroso rispetto delle disposizioni richiamate, astenendosi dall’ulteriore diffusione delle immagini e si riserva comunque gli eventuali interventi di competenza nei confronti delle testate che hanno violato le regole deontologiche». 

Dunque, a breve potrebbero essere avviate alcune istruttorie per valutare e giudicare il comportamento di queste testate.

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