Giletti dà la ‘colpa’ a un «collaboratore meridionale» per la grafica col Vesuvio
E poi spiega come molte delle persone che lavorano con lui siano del Sud
01/12/2020 di Enzo Boldi
Chiede scusa, in parte, se quell’immagine utilizzata come sfondo per parlare della situazione Covid-19 in Campania ha urtato la sensibilità di qualcuno (non pochi, anzi molti), ma poi si giustifica dicendo che molte (la maggior parte) delle persone che lavorano al suo fianco siano meridionali. Anzi, l’idea della grafica con il Vesuvio erutta Coronavirus è partita ed è stata realizzata proprio da uno di loro. Così Massimo Giletti prova a spegnere le polemiche per quanto andato in onda durante l’ultima puntata – quella di domenica 29 novembre – a Non è L’Arena.
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Intervistato da Fanpage, il giornalista e conduttore del noto talk show in onda su La7 si è espresso così: «Il ragazzo che ha fatto questa grafica è un ragazzo meridionale, la scorsa settimana mi propose questa idea dell’analogia tra il pericolo del Vesuvio che erutta e il fatto che il virus rappresenti un rischio di portata similare». Insomma, non è stata una sua idea, ma di un collaboratore di Non è l’Arena che proviene proprio dal Sud Italia. Come se, allora, non si possa più muovere una critica.
Vesuvio erutta Coronavirus, Giletti dice che è colpa di un meridionale
Poi, nel prosieguo della sua intervista, Massimo Giletti dice di essere stanco di essere attaccato e accusato di avercela con il Sud (un concetto molto estremizzato anche sui social) e che le persone al suo fianco – lavorativamente parlando – siano «per il 70% meridionali». Inoltre ha sottolineato come lui, con le sue trasmissioni, porti avanti da anni delle battaglie in favore del Sud Italia.
Ogni tanto: scuse e silenzio
Quella grafica con il Vesuvio erutta Coronavirus, a prescindere dalla mente che l’ha partorita, resta comunque sbagliata e ha dato adito a tantissimi commenti sui social. Perché se da una parte c’è chi ha criticato (per usare un eufemismo) quel disegno, dall’altra c’è chi lo ha condiviso per mostrare i propri muscoli anti-meridionali davanti allo specchio onanistico dei social. Questo è il punto fondamentale. A volte ci si può cospargere il capo di cenere e chiedere scusa, senza dire altro.
(foto di copertina: da Non è l’Arena, La7)