Verbali Cts, la Fondazione Einaudi pubblica i documenti desecretati

Dopo giorni di polemiche Palazzo Chigi ha desecretato i verbali del Comitato tecnico scientifico richiamati nei decreti per la gestione dell'emergenza Covid

06/08/2020 di Redazione

Saranno finalmente pubblici i verbali del Comitato tecnico scientifico richiamati in tutti i Decreti emanati dal governi durante l’emergenza Covid-19 di questi mesi. La Fondazione Luigi Einaudi ha infatti reso noto che la presidenza del Consiglio ha desecretato i verbali del Cts, rimasti finora segreti nonostante le forti sollecitazioni dell’opinione pubblica perche’ fossero resi accessibili ai cittadini, e che da domani i documenti saranno pubblici.

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La soddisfazione delle Fondazione Einaudi per pubblicazione dei verbali del Cts

Una nota per ringraziare Palazzo Chigi “per la sensibilita’ dimostrata” e annunciare che domani i verbali del Cts verranno resi pubblici sul proprio sito web. Cosi’ la Fondazione Einaudi ha festeggiato la pubblicazione dei documenti, finiti al centro di un braccio di ferro giudiziario tra il centro di ricerca torinese e il governo, con il Consiglio di Stato che nei giorni scorsi, su richiesta di Palazzo Chigi, aveva deciso di sospendere la desecretazione degli atti e l’entrata in scena addirittura del Copasir, che aveva chiesto all’esecutivo di poter visionare i verbali del Cts e ascoltato la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Invece il premier Giuseppe Conte ha deciso di porre fine alla questione e desecretare i verbali del Cts. Cosi’ la Fondazione Einaudi ha ricevuto la documentazione a suo tempo secretata del Comitato tecnico scientifico e la pubblichera’ domani sul suo sito internet. “E’ stato cosi’ accolto l’appello che il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, ha rivolto al presidente del Consiglio Conte di far prevalere inofrmazione e trasparenza rispetto ad elementi di tale rilevanza per la vita dei cittadini italiani” ha concluso la nota del centro di ricerca torinese

Il braccio di ferro per l’accesso ai documenti

Il tira e molla sulla desecretazione dei verbali del Cts è iniziata ad aprile, quando la Fondazione Einaudi ha chiesto l’accesso ai documenti degli scienziati redatti nel pieno dell’emergenza Covid e citati piu’ volte nei decreti che hanno imposto il lockdown al Paese. Si tratta dei verbali con data 28 febbraio, 1 marzo, 7 marzo, 30 marzo e 9 aprile 2020 e, secondo i suoi avvocati, il centro di ricerca torinese li avrebbe richiesti per “consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali, durante l’epidemia da Covid 19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione”.

https://twitter.com/fleinaudi/status/1290358822134054913?s=20

Il no delle istituzioni alla richiesta della Fondazione ha portato il 26 maggio scorso al ricorso al Tribunale amministrativo della onlus, che il 22 luglio ha visto accolte le proprie ragioni. Neanche una settimana dopo (28 luglio) il governo ha fatto ricorso, sostenendo che il segreto fosse necessario perche’ si tratta di atti amministrativi e devono essere tutelati “la sicurezza pubblica” e “l’ordine pubblico”. Cosi’ l’avvocatura generale dello Stato ha chiesto la sospensione del verdetto del Tar e il 31 luglio il Consiglio di Stato ha rimandato tutto alle decisioni di un collegio. Un lungo braccio di ferro burocratico dal quale si e’ usciti con la decisione del governo di rendere finalmente pubblici i verbali del Cts.

 

 

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